La Gazzetta dello Sport

Inzaghi, serve di più Il club vuole solidità e la scossa col Milan

- Di Vincenzo D’Angelo MILANO

La verità sta quasi sempre nel mezzo. Più o meno dove si è piazzata la società dopo questo inizio di anno altalenant­e. Non c’è un confronto staff tecnico-dirigenti in programma, ma, è chiaro, il club ora si aspetta una scossa. Ok, la vittoria contro il Napoli ha dimostrato che l’Inter c’è e può davvero dire la sua nella corsa scudetto, ma la frenata a Monza – al netto dell’errore dell’arbitro Sacchi – e la prestazion­e di martedì in Coppa Italia contro il Parma non sono passate inosservat­e, malgrado Simone Inzaghi abbia provato a spiegare la sua versione davanti ai microfoni. «Abbiamo fatto una buona prestazion­e in Coppa e, malgrado una rosa ridotta per via degli infortuni, abbiamo iniziato l’anno con tre vittorie: a Monza avremmo vinto senza quell’errore...». La classifica, però, va letta con i risultati ufficiali e nella prestazion­e della notte di Coppa non può essere trascurato il malumore della Nord, che dopo oltre un’ora di sostegno appassiona­to ha cominciato a mugugnare, invitando la squadra a tirare fuori gli attributi: insomma, anche il tifo caldo nerazzurro non ha visto una bella prestazion­e e pretende di più, da Inzaghi e dai suoi.

Sull’altalena E qui torniamo al punto di partenza e alla posizione della società: la verità è che l’Inter oggi viaggia a dieci punti dalla prima in classifica in campionato, troppi per chi è partito con l’ambizione di vincere lo scudetto, galvanizza­to dall’arrivo di Lukaku e dal coraggio del club di non mollare alcun big. E in Coppa Italia - al netto delle assenze - c’è stato un altissimo rischio di eliminazio­ne, contro una squadra che gravita al sesto posto in B. Davvero si può essere soddisfatt­i? Gli applausi e i compliment­i l’Inter li merita per il cammino in Champions, con un passaggio agli ottavi tutt’altro che scontato e ottenuto con diverse prestazion­i convincent­i. Ed è con quello spirito e quella ambizione che il club vorrebbe vedere sempre in campo la squadra, chiamata adesso ad una svolta: la Supercoppa diventa l’occasione giusta per rilanciare una stagione fin qui al di sotto delle aspettativ­e, ma ancora tutta da vivere. C’è bisogno però di una nuova sterzata, come quella che l’Inter ha avuto da ottobre in avanti, dopo il famoso faccia a faccia all’interno dello spogliatoi­o.

Urge una svolta

Dopo Napoli c’è stata un’involuzion­e preoccupan­te e ora la società chiede a Inzaghi di più: non vuole più vedere cali di tensione, né tantomeno presunzion­e da parte della squadra nell’approccio a partite sulla carta semplici. E poi vuole rivedere una squadra compatta, capace di imporre il proprio gioco e di rimanere sempre in partita anche lontano dal Meazza: troppi i gol presi in trasferta, troppe le occasioni sciupate, troppi i passaggi a vuoto anche all’interno di una stessa partita. L’appuntamen­to in Supercoppa diventa così una sorta di crocevia della stagione: vincere aiuterebbe a resettare le delusioni passate e pure quelle recenti, darebbe nuovo entusiasmo al gruppo e all’ambiente e anche lo slancio necessario per continuare a credere di rientrare nella corsa al titolo. Perché in fondo, quando si siede sulla panchina dell’Inter, è quello che la gente si aspetta: risultati e ambizione. Ed è quello che vuole vedere di nuovo la società, fino all’ultima gara.

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GETTY La coppia Il presidente dell’Inter Steven Zhang, 31 anni, e l’allenatore Simone Inzaghi, 46, insieme ad Appiano

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