La Gazzetta dello Sport

Juve quasi al triplo Ma quante perdite

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Parliamo di unità di misura diverse. Perché, alle spalle dei due club ci sono gruppi completame­nte diversi per tipologia di attività (Filmauro è una società, Exor una holding) e anche storia. Nel senso che la famiglia Agnelli da 100 anni guida la Juventus che ha fondato, mentre Aurelio De Laurentiis ha acquisito il club dal tribunale fallimenta­re nell’estate del 2004, ripartendo dalla serie C. Eppure solo due anni dopo il produttore cinematogr­afico si è ritrovato di fronte la Vecchia Signora in serie B, dov’era finita per via dello scandalo di calciopoli. Per cui la rinascita dei club per certi versi ha funzionato in parallelo ma restano le grandi differenze struttural­i. Con gli Agnelli che hanno fatto investimen­ti miliardari mentre De Laurentiis ha puntato a diventare autosuffic­iente. Logico che poi, avendo anche un bacino di utenza diverso, la crescita sia stata diversa seppur il Napoli è stato spesso in Italia il primo competitor della Juve che ha vinto nove scudetti di fila. I fatturati - quelli paragonabi­li sono al giugno 2021, ultimo dato ufficiale degli azzurri - sono nettamente sbilanciat­i a favore dei bianconeri che con quasi 450 milioni hanno ricavi due volte e mezza superiori a quelli dei rivali: 179,4. E questo, guardando ai risultati del campo in questa stagione (specie con l’eliminazio­ne Champions della Juve che produrrà una contrazion­e di entrate) diventa un punto a favore del Napoli che al momento è competitiv­o al top in Italia e in Europa, con una spesa non elevata e soprattutt­o con perdite di bilancio controllat­e: 52 milioni (questo dato al giugno 2022) contro i 239,3 di (profondo) rosso del controvers­o bilancio approvato solo pochi giorni fa dal cda juventino.

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