DOPO LA NOVITÀ VAR ORA ARRIVA IL SAOT MA SI PUÒ FARE DI PIÙ
Siamo senza dubbio il Paese dove esistono più polemiche arbitrali e dietrologie diffuse (anche se spesso alimentate da tanti acclarati scandali passati...), ma anche il Paese che prima di ogni altro si è aperto alla tecnologia facendo anche da apripista come nel caso del Var. Ultima novità presentata ieri dal designatore Gianluca Rocchi è il SAOT, fuorigioco semiautomatico che farà il suo esordio il 18 in occasione della Supercoppa. «Ora abbiamo una Ferrari, ma va saputa usare», ha detto Rocchi, chiarendo però subito che i suoi arbitri «sono prontissimi» e, spiegando i benefici, «tempi ed errori ridotti al minimo». Sbagliare, ora, sarà quasi impossibile. Meglio così.
E oltretutto non ci sarà bisogno di interruzioni eccessive. Nell’articolo a pagina 16 spieghiamo con dovizia di particolari il funzionamento, il numero di telecamere, i costi dell’operazione. Qui basterà ricordare che, oltre alla macchina, c’è sempre l'ausilio dell'uomo che sarà in visione e a lui resterà comunque l’ultima parola sul fuorigioco attivo e passivo.
Tutto spinge Rocchi a insistere sulla bontà, ma sarebbe meglio dire necessità, della separazione delle carriere tra arbitri in campo e varisti al monitor. Aumenteranno gli uomini davanti ai video e dovranno essere preparati, perché la tecnologia è vero che aiuta ma necessita di applicazione e dimestichezza.
Con l’arrivo del fuorigioco automatico molti si chiedono se ora l’ausilio della tecnologia nella direzione di una gara è sufficiente o se c’è posto ancora per qualche novità che diminuisca ancora di più i margini di errore.
«Ora basta così» dicono già in molti, i più attaccati romanticamente al calcio che fu, col conseguente errore umano. Ma c’è anche chi si chiede perché se un’azione da gol può essere vivisezionata e se in area di rigore verrà ulteriormente diminuito il margine di errore, bisogna invece accettare che fuori dall’area possano ancora verificarsi fischi stonati e scelte che i replay dimostrano errate. Dai falli da cartellino giallo all’assegnazione dei calci d’angolo, dai falli laterali alle punizioni fuori area. Spesso le valutazioni risultano sbagliate e si giustifica il tutto perché un calcio d’angolo è chiaramente meno importante di un fallo da
Con il nuovo fuorigioco ridotti tempi ed errori Ma si deve intervenire anche fuori dall'area
rigore. Ma se l’obiettivo finale è limitare al massimo gli errori, perché attraverso il Var non correggere anche quelli? Oggi la percentuale di gol che arriva da calci da fermo è altissima: basta guardare l’ultima giornata di campionato. Chiedete alla Roma quanto contano i calci da fermo... E allora avere una punizione o un angolo che c’era e non è stato dato, o subirlo se non c’era, non è assolutamente secondario. Se l’assegnazione di un fallo o di un cartellino giallo non sono decisioni corrette, cosa impedisce di porre rimedio col Var?
C’è margine per rendere le partite ancora più “pulite” da errori che possono condizionare i risultati.