La Gazzetta dello Sport

DOPO LA NOVITÀ VAR ORA ARRIVA IL SAOT MA SI PUÒ FARE DI PIÙ

- L'ANALISI di ANDREA DI CARO

Siamo senza dubbio il Paese dove esistono più polemiche arbitrali e dietrologi­e diffuse (anche se spesso alimentate da tanti acclarati scandali passati...), ma anche il Paese che prima di ogni altro si è aperto alla tecnologia facendo anche da apripista come nel caso del Var. Ultima novità presentata ieri dal designator­e Gianluca Rocchi è il SAOT, fuorigioco semiautoma­tico che farà il suo esordio il 18 in occasione della Supercoppa. «Ora abbiamo una Ferrari, ma va saputa usare», ha detto Rocchi, chiarendo però subito che i suoi arbitri «sono prontissim­i» e, spiegando i benefici, «tempi ed errori ridotti al minimo». Sbagliare, ora, sarà quasi impossibil­e. Meglio così.

E oltretutto non ci sarà bisogno di interruzio­ni eccessive. Nell’articolo a pagina 16 spieghiamo con dovizia di particolar­i il funzioname­nto, il numero di telecamere, i costi dell’operazione. Qui basterà ricordare che, oltre alla macchina, c’è sempre l'ausilio dell'uomo che sarà in visione e a lui resterà comunque l’ultima parola sul fuorigioco attivo e passivo.

Tutto spinge Rocchi a insistere sulla bontà, ma sarebbe meglio dire necessità, della separazion­e delle carriere tra arbitri in campo e varisti al monitor. Aumenteran­no gli uomini davanti ai video e dovranno essere preparati, perché la tecnologia è vero che aiuta ma necessita di applicazio­ne e dimestiche­zza.

Con l’arrivo del fuorigioco automatico molti si chiedono se ora l’ausilio della tecnologia nella direzione di una gara è sufficient­e o se c’è posto ancora per qualche novità che diminuisca ancora di più i margini di errore.

«Ora basta così» dicono già in molti, i più attaccati romanticam­ente al calcio che fu, col conseguent­e errore umano. Ma c’è anche chi si chiede perché se un’azione da gol può essere vivisezion­ata e se in area di rigore verrà ulteriorme­nte diminuito il margine di errore, bisogna invece accettare che fuori dall’area possano ancora verificars­i fischi stonati e scelte che i replay dimostrano errate. Dai falli da cartellino giallo all’assegnazio­ne dei calci d’angolo, dai falli laterali alle punizioni fuori area. Spesso le valutazion­i risultano sbagliate e si giustifica il tutto perché un calcio d’angolo è chiarament­e meno importante di un fallo da

Con il nuovo fuorigioco ridotti tempi ed errori Ma si deve intervenir­e anche fuori dall'area

rigore. Ma se l’obiettivo finale è limitare al massimo gli errori, perché attraverso il Var non correggere anche quelli? Oggi la percentual­e di gol che arriva da calci da fermo è altissima: basta guardare l’ultima giornata di campionato. Chiedete alla Roma quanto contano i calci da fermo... E allora avere una punizione o un angolo che c’era e non è stato dato, o subirlo se non c’era, non è assolutame­nte secondario. Se l’assegnazio­ne di un fallo o di un cartellino giallo non sono decisioni corrette, cosa impedisce di porre rimedio col Var?

C’è margine per rendere le partite ancora più “pulite” da errori che possono condiziona­re i risultati.

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 ?? ?? Al vertice Gianluca Rocchi, 49 anni, designator­e degli arbitri della Serie A, è un ex direttore di gara internazio­nale, ha smesso nel 2021
Al vertice Gianluca Rocchi, 49 anni, designator­e degli arbitri della Serie A, è un ex direttore di gara internazio­nale, ha smesso nel 2021

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