La vendetta di C Arlo
artedì hanno chiesto ad Ancelotti se prepara i rigori, e Carlo aveva risposto onestamente di no. I suoi uomini nella semifinale di Supercoppa di Spagna col Valencia non ne hanno sbagliato nemmeno uno e così in finale ci va il Madrid, che difenderà il titolo conquistato già due volte in tre edizioni con questa formula a quattro squadre. Giocherà domenica contro la vincente di Betis-Barcellona, in programma oggi.
Niente abbracci, niente sorrisi, niente battute o complicità. Come sarebbe stato lecito attendersi se a increspare un’amicizia solida e di lunga data non fosse arrivata l’acrimoniosa successione sulla panchina del Napoli nel dicembre 2019. Poi i due italiani si sono piazzati ai vertici delle rispettive aree tecniche, ignorandosi per tutta la sera a distanza di pochi metri. A fine partita Rino si è di nuovo avvicinato a Carlo, gli ha dato la mano e poi una pacca sul petto. Carlo l’ha incassata senza battere ciglio né alzare il sopracciglio. Di nuovo, distacco.
Carlo c’è rimasto male tre anni fa ed evidentemente non ha ancora voglia di perdonare o di riallacciare i rapporti col suo ex pupillo.
I cambi di Rino La partita è stata più calda, perché il Valencia ha cercato di ridurre l’evidente distanza tecnica dagli avversari con applicazione e intensità. Gattuso, una sola vittoria nelle ultime 8 di Liga con 4 sconfitte, le ultime due di fila, ha cercato di scuotere i suoi cambiando sistema, posizioni e uomini. Una piccola rivoluzione che ha dato i suoi frutti. Valencia trasformato, mentalmente e fisicamente, rispetto alle cadute con Villarreal e Cadice. Lato, un terzino sinistro, mandato a fare l’ala destra, i due ragazzi di origine turca Cenk e Çomert, scelti come inedita coppia centrale. Musah e Almeida, che di mestiere fanno altro, davanti alla difesa. L’esterno Samuel Lino piazzato nella buca del suggeritore.
Carattere e costrutto
Dal frullatore di Gattuso è uscita una squadra che ha impiegato qualche minuto a ritrovarsi, rischiando di affondare su un nu
mero incredibile di Benzema e una conclusione dalla distanza di Valverde, ma poi ha mostrato carattere e costrutto. Il primo per non abbattersi, quando al 38’ Çomert ha affossato Benzema lanciato in area da Militao, mandandolo sul dischetto: per il francese decimo gol stagionale. E il secondo quando, dopo un respiro della ripresa, Lato col sinistro da destra ha trovato Samuel Lino sul palo opposto: Lucas Vazquez distratto, colpo di stinco poco ortodosso ma efficace per il pareggio, di uno dei giocatori migliori del Valencia, prima ispirato e poi letale. Il Madrid ha confermato la sua scarsa impermeabilità: sono solo 7 le partite senza incassare sulle 25 giocate.
Portieri decisivi
Il pareggio del Valencia è stata l’unica conclusione seria per quasi tutto il secondo tempo, che si è protratto tra sbadigli ed infortuni vari (Lucas Vazquez, Militao, Samuel Lino) fino alla fiammata finale del Real Madrid: un colpo di testa di Benzema, una grande uscita di Mamardashvili su Vinicius, un gran tiro di Valverde. E nei supplementari ancora portieri protagonisti: prima il georgiano su Vinicius e poi Courtois, gigantesco su Fran Perez che aveva già sprecato una bella occasione poco prima.
Madrid infallibile
Dopo 133 minuti di gioco complessivi si è arrivati così ai rigori. Pur non preparandoli Benzema, Modric, Kroos e Asensio sono stati infallibili: solo il croato ha lasciato qualche chance a Mamardashvili. Per il resto conclusioni perfette. Cavani ha segnato, ma Çomert ha mandato la palla sopra la traversa. Bei penalty di Moriba e Guillamon, errore decisivo di Gayà. Il Real Madrid va a difendere il titolo conquistato a Riad un anno fa contro l’Athletic, il Valencia esce scornato da una serata coraggiosa e rincuorante sotto il profilo del gioco. Ma Gattuso penserà anche ad altre cose. E sul piano umano peseranno più della sconfitta.