Svolta Cremonese Ambizione Monza Neopromosse al bivio
I grigiorossi cercano la prima vittoria stagionale e la svolta contro i brianzoli, bravi a cambiare marcia dopo un brutto inizio e il ribaltone in panchina
Alvini
L’attacco è un problema, ma la testa conta di più
Palladino
Felici del percorso, ma serve molta intensità
Quanta fatica per arrivare fin qui, per sfidarsi in Serie A, per dare un senso compiuto ai sacrifici, alla passione, agli investimenti. E quanti sogni da realizzare, quanti obiettivi da raggiungere, quanti gradini da salire. CremoneseMonza è una bella partita per la storia che racconta ancora prima del fischio d’inizio. Una storia di pallone e di sudore, di gioia comune qualche mese fa, con la promozione dalla B, e poi di riflessioni, sconfitte, rinascite compiute (una) e ancora attese (l’altra). Cremonese e Monza raccontano la favola della provincia lombarda che lotta per mantenere il proprio posto in paradiso. E se adesso in Brianza il futuro sembra roseo, a metà settembre non era così. Quando Berlusconi e Galliani decisero di sostituire Giovanni Stroppa con Raffaele
Palladino, il Monza aveva un punto dopo sei giornate. La Cremonese era solo un gradino più su e adesso che è ultima guarda proprio all’esempio dei rivali di oggi per continuare a sperare.
La svolta La sfida dello Zini per i grigiorossi è fondamentale anche per provare a cancellare alcuni zero: quello delle vittorie stagionali, di conseguenza anche quello dei successi in Serie A di Massimiliano Alvini, pure quello dei gol realizzati di recente in casa, visto che nelle ultime quattro partite giocate davanti ai propri tifosi la Cremonese non è mai riuscita a segnare. Si parla, spesso a caso, di partite decisive o di incontri che possono cambiare un campionato. Beh, stavolta è proprio così. Alvini è stato confermato dalla società, ma i suoi pensieri sono riservati esclusivamente al campo: «Le vittorie servono per lavorare meglio, noi abbiamo bisogno di farne e invertire la tendenza. I fischi dopo la sconfitta di Verona erano meritati. L’attacco effettivamente è un problema, ma oggi la testa è un aspetto fondamentale». Già, la testa. Perché conta anche e soprattutto quella. In fondo, se fosse solo una questione di merito, la classifica sarebbe diversa e la Cremonese avrebbe qualche punto in più. Per esempio, le sconfitte con Fiorentina (maturata al 95’) e Juve (91’) sarebbero potute andare in archivio come pareggi che oggi magari non cambierebbero la sostanza delle difficoltà ma darebbero un valore diverso al lavoro svolto finora. La Cremonese ha perso spesso (10 volte) e vinto mai, ma solo raramente ha fatto brutta figura.
Che media Il merito, però, incide fino a un certo punto perché nel calcio sono più importanti gli episodi e la capacità di fare la differenza nei momenti decisivi. Come ha mostrato il Monza, contro l’Inter e non solo. Palladino, la cui media di 1,55 punti a partita varrebbe una proiezione quasi da zona Europa se rapportata sulle 38 giornate, sottolinea l’aspetto più importante: «Siamo felici del percorso di crescita, ancora lungo. Le prestazioni sono ottime e convincenti, ma dobbiamo mantenere la calma e l’umiltà. Questo è uno scontro salvezza, contro una squadra difficile, in un ambiente ostico. Non dobbiamo guardare la classifica, ma giocare con grande intensità». Nell’allenamento di rifinitura il Monza ha perso Mota Carvalho e quindi dovrebbe essere Petagna il centravanti. Alvini, invece, non recupera nessuno, però chiederà alla sua squadra di verticalizzare di più e di sorprendere in velocità gli avversari. Oggi la Cremonese vuole iniziare a scrivere la sua favola.