Hojlund , il freddo che pensa solo ai gol Gliene manca uno nel suo stadio...
Il danese ha segnato le sue tre reti in trasferta: domani ha la chance per il tris dopo la sosta
Si sta prendendo l’Atalanta, gli resta da prendersi il Gewiss. Il suo nuovo stadio. Rasmus Hojlund - lo abbiamo scritto dopo il suo 2-1 a Bologna - è un animale a sangue freddo: finora ha segnato tre gol, e fra i teenager del campionato solo Baldanzi dell’Empoli ha toccato quella quota essendo più giovane di lui (è di marzo). E li ha timbrati tutti in trasferta: Monza, Spezia, Bologna. Titolare la prima e la terza volta, subentrato (a Zapata) in Liguria ma dopo appena 20’, dunque in tempo per scaldarsi per bene: è glaciale solo per il fregarsene del contorno, il suo calcio in realtà è tutt’altro che a bassa temperatura. Di carattere e di motivazioni. Un calcio fatto anche di movimento, intensità, resistenza. In partita da quando entra a quando esce: la “fame” della beata gioventù che sa mettere la voglia davanti alla stanchezza.
Due su due dopo la sosta
Per questo Hojlund ha voglia di anche in casa, dove finora ha giocato meno partite e meno minuti che in trasferta: 217’ sui 584’ totali. L’abbrivio è incoraggiante: dopo la sosta, due partite e due gol. La gara di domani contro la Salernitana, non facile, ha comunque i contorni dell’occasione, che sia ancora titolare (probabile, non scontato) o meno. Perché la crescita è evidente, e la stima di Gasperini anche: il tecnico non regala apprezzamenti e il fatto che per il danese intraveda «un possibile futuro da top player» dice molto di quanto materiale su cui lavorare veda ogni giorno in allenamento.
Linea verde e Kessie
Non solo in Hojlund, perché a Zingonia la linea verde è sempre stata di casa e appena può il Gasp la sposa volentieri: l’Atalanta è la squadra del campionato che, in almeno cinque partite, ha schierato titolari il maggior numero di nati dal 2002, ovvero Scalvini (10 volte), Soppy (7) e Højlund (5). Ma ci sono cose in particolare del danese che al tecnico fanno brillare gli occhi. E forse lo fanno tornare indietro di quasi sette anni, la sua prima stagione all’Atalanta: altro ruolo, ma c’era un altro giovanissimo che alla faccia dell’età mordeva campo e gol con naturalezza. Si chiama Franck Kessie, l’ultimo giocatore della Dea ad aver segnato più gol del danese in Serie A prima di compiere i 20 anni: furono cinque nel 2016-17, dunque Rasmus ha meno di un mesetto (compleanno il 4 febbraio) per prendersi questo primato simbolico. Ce n’è anche un altro, in realtà, a proposito del possibile filotto da aggiornare domenica: l’ultimo giovane sotto i vent’anni in gol per tre gare di fila è stato Moise Kean, che nel 2019 fece addirittura poker.
Moto perpetuo
Quando si è così giovani, non ci si danno mai limiti. Hojlund aveva sei anni e curava il fisico ogni giorno perché voleva averlo come Cristiano Ronaldo: oggi quella tigna la si ritrova nelle performance atletiche che nascono da una brillantezza che non tutti oggi hanno in squadra e gli consente un moto perpetuo molto caratterizzante del suo modo di essere attaccante: ama più il campo aperto che l’occupazione dell’area, dove pure sa giocare spalle alla porta, e però deve crescere nel gioco aereo. Ma il carattere si nota anche negli atteggiamenti tutt’altro che timidi che ha in campo, quando chiama un movimento offrendo il suo, vuole la palla, indirizza l’azione.
Da plusvalenza Lo definiremmo cazzuto, con tutti i difetti propri dell’età, a cominciare dalla scelta dei tempi e dunque dei sincronismi da perfezionare con il resto della squadra. Ma il temsbloccarsi
po è dalla sua parte e anche dell’Atalanta, che non può che compiacersi del fatto che il ragazzo abbia già addosso gli occhi di vari importanti club europei. La spesa di 17 milioni per il suo cartellino, che la scorsa estate poteva sembrare un azzardo, oggi si comincia già a considerare un investimento lungimirante: promessa, ma senza fretta, di un’altra plusvalenza importante. Come nel tempo saranno anche Scalvini e Koopmeiners: perché - i Percassi e lo stesso Gasperini lo dicono da sempre - l’Atalanta si garantisce un buon futuro anche così.