MAI COSÌ TANTE DONNE: 233 CAVALLI «ANNO D’ORO E NON COPIAMO GLI UOMINI»
La cremonese, con Longo Borghini e Balsamo, è la stella d’Italia. In 4 anni, numeri raddoppiati nel World Tour Ha vinto Amstel e Freccia Vallone «Strade Bianche primo obiettivo» «Farò Giro e Tour che fascino la corsa rosa, che sfida in Francia»
Sale. Ogni anno sempre di più. Il movimento femminile non conosce flessioni. Crescono le squadre, quest’anno sono 15 le World Tour contro le 8 del 2020, e aumenta il numero delle atlete, 233 atlete (126 in più rispetto a 4 anni fa). In questa “esplosione” l’Italia recita un ruolo di primo piano confermandosi seconda forza mondiale alle spalle dell’Olanda. Domani in Australia Tour Down Under con tre tappe fino a martedì - riparte la stagione e, dopo un 2022 ricco di successi (Roubaix con Longo-Borghini, Amstel e Freccia Vallone con Cavalli, Trofeo Binda con Balsamo), il ciclismo italiano in rosa rinnova le proprie ambizioni per tornare ad aggiudicarsi un grande giro: vittoria che manca dal 2008 con Fabiana Luperini in trionfo in maglia rosa. L’asso da giocare per le corse a tappe ha il volto di Marta Cavalli. La 24enne cremonese, prima donna ad aver domato il Mont Ventoux, sarà al via sia del Giro d’Italia sia del Tour de France.
3Cavalli, inizia una nuova stagione con la garanzia di un ambiente che conosce benissimo.
«Ho rinnovato con la Fdj fino al 2024, arriverò ai Giochi di Parigi con una squadra francese. Era importante dare continuità a un progetto iniziato 2 anni fa. Ho ricevuto offerte anche migliori economicamente ma non ho avuto dubbi nel restare qui».
Percepisce l’aumento dell’importanza del ciclismo femminile?
«Negli ultimi due anni la crescita è stata esponenziale. All’inizio c’era più attenzione per gli aspetti negativi poi qualcosa è cambiato. L’apice è stato raggiunto con il Tour 2022».
Quest’anno i numeri sono ancora più impressionanti.
«Un anno d’oro. E credo che tra un po’ sarà impossibile non correre una classica Monumento in Italia, Sanremo o Lombardia. Giovedì in allenamento ho fatto il percorso della Varazze-Sanremo che anni fa era la versione al femminile della classica di Primavera. Si potrebbe riproporre». Il femminile deve guardare come modello a quello maschile?
«Temo che la strada imboccata sia quella, prendendo anche gli aspetti negativi. C’è il rischio che si allungheranno le distanze e le gare risulteranno più noiose con uno stallo iniziale. Andrà tutto a discapito dello spettacolo. Noi stiamo sviluppando un nostro progetto, un nostro ciclismo con attitudini differenti. Non dobbiamo smarrire la nostra identità».
Come ha “studiato” il 2023?
«Prima parte con le Strade Bianche e il trittico delle Ardenne come appuntamenti principali mentre nella seconda parte Giro d’Italia e Tour».
Ad agosto ci sarà il Mondiale.
«Sicuramente mi farebbe piacere mettermi a disposizione della squadra, ma questa è una valutazione che dovrà fare il c.t. Paolo Sangalli».
Correrà quindi due grandi giri. Un successo italiano manca da 15 anni. Si candida?
«Ancora non so quale correrò per successi di tappa e quale per fare classifica. Il Tour si preannuncia spettacolare perché, tolte la cronometro e quella con arrivo in cima al Tourmalet, le altre sei sono aperte a qualsiasi scenario. Per il Giro non abbiamo ancora notizie, è difficile fare una valutazione. Certo, essendo italiana, ho un occhio speciale per la corsa rosa (2a nel 2022 a 1’52” dalla Van Vleuten, ndr), ma la corsa francese, anche alla luce dell’incidente del 2022, è una nuova sfida».
Nel 2022 Van Vleuten ha vinto tutti e tre i grandi giri.
«Van Vleuten a 40 anni è un fenomeno senza tempi e paragoni. È difficile pensare di vincere in una stagione Giro, Tour, Vuelta, Mondiale e una classica Monumento (la Liegi, ndr). Già mi riterrei soddisfatta di vincere un grande giro».
Oltre a lei è nutrito il gruppo di italiane nelle World Tour. Su quale si sente di puntare?
«Elisa Balsamo. Per caratteristiche si adatta a terreni diversi. È capace di tenere su salite non durissime e poi sbaragliare il campo in volata».
Quale atleta italiana è l’emblema dello sport femminile?
«Federica Pellegrini. Con le sue imprese ha sempre portato il nome dell’Italia in trionfo. Ha fatto emozionare tanti, anche non appassionati».