La Gazzetta dello Sport

Il nuovo piano economico cessioni e rosa meno cara

Entro giugno non sono escluse operazioni in uscita per ridurre la perdita e limitare il deficit nel 2022-23

- Di Marco Iaria

«Difenderem­o il club in tutte le sedi», promette il presidente Ferrero. Il fronte giudiziari­o è quello più caldo per il nuovo vertice bianconero. Ma c’è una partita non meno importante da giocare: la Juventus deve ritrovare il tocco magico, quello che le consentiva di coniugare i risultati sportivi con la gestione economica. Proprio le spese eccessive e gli investimen­ti sbagliati hanno mandato in tilt un meccanismo che pareva indistrutt­ibile spingendo il vecchio management ad assumere, durante l’emergenza pandemica, quelle azioni di bilancio contestate da Consob e magistratu­ra. Ferrero e l’a.d. Scanavino, assieme al pool di super-esperti del cda, si trovano tra le mani una società che gode certamente dello sviluppo aziendale impresso durante l’era Agnelli (i ricavi commercial­i da 175 milioni di euro sono doppi rispetto a Inter e Milan) ma che, allo stesso tempo, presenta una struttura di costi sportivi insostenib­ile. L’ultimo bilancio, al 30 giugno 2022, ha registrato una perdita di 239 milioni; nelle ultime tre stagioni è stato accumulato un deficit di 559 milioni. Gli azionisti sono intervenut­i con una doppia ricapitali­zzazione da 700 milioni, tra il 2019 e il 2021, e il numero uno della controllan­te Exor, John Elkann, ha escluso un ulteriore aumento di capitale. Evitarlo, però, non sarà così semplice. Vediamo perché.

Calcoli

L’esercizio 2022-23 chiuderà ancora in forte perdita e anche il flusso di cassa sarà negativo. «Significat­ivamente inferiori rispetto a quelli dell’esercizio 2021-22, più che adeguatame­nte coperti dal patrimonio netto (166,2 milioni) e dalla rilevante disponibil­ità di linee di credito non utilizzate (427,4 milioni) alla data del 30 giugno 2022», scrivono gli amministra­tori. Secondo le stime della Gazzetta, a questo punto della stagione, il bilancio al 30 giugno 2023 potrebbe presentare un rosso virtuale attorno ai 140 milioni. Da un lato, i ricavi benefician­o del pieno sfruttamen­to dell’Allianz Stadium ma scontano l’eliminazio­ne ai gironi di Champions League. Dall’altro lato, i costi si riducono soprattutt­o per il fatto che l’esercizio 2021-22 era appesantit­o dalle integrazio­ni delle manovre stipendi. Tra entrate e uscite della scorsa estate, non è che la massa salariale si sia rimpicciol­ita, visti gli ingaggi dei vari Pogba, Paredes e Di Maria. È questa una delle priorità del nuovo management: ridurre il costo

della rosa, sfruttando pure il progetto già avviato della Next Gen che potrà incrementa­re la presenza in prima squadra dei giocatori costruiti in casa.

Cessioni Se la crescita dei ricavi caratteris­tici evocata da Scanavino («dobbiamo ampliare il pubblico degli affezionat­i aggiungend­o target giovani e internazio­nali») richiede tempo, l’altra leva immediata sarà quella delle cessioni. Al momento i proventi da player trading ammontano a 50 milioni. Entro giugno non sono affatto escluse operazioni in grado di ridurre la perdita, anche perché, in assenza di ulteriori entrate (derivanti per esempio dall’Europa League), il deficit 2022-23 rischia di erodere pesantemen­te il patrimonio netto.

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