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MARQUEZ VUOLE UNA HONDA AL TOP OPPURE CERCHERÀ ALTRE SQUADRE Il suo contratto scadrà l’anno prossimo l’HRC si rivoluziona, KTM e Ducati in attesa
ietato sbagliare. Reduce dalla peggior stagione di sempre, ultima tra i costruttori e senza portare a casa una vittoria in un campionato che ha visto le altre 5 Case (record) conquistare almeno una gara, addirittura fuori dai punti in Germania come non accadeva dal 1982, la Honda è con le spalle al muro. Serve reagire, per tornare a essere il riferimento del Mondiale – dal primo produttore di moto non ci si può aspettare di meno –, soprattutto per non perdere il pilota che le ha regalato vittorie e titoli a ripetizione: Marc Marquez. Che risolti i problemi fisici, non solo chiede, ma pretende una moto con la quale ripartire all’assalto. Altrimenti, lo spagnolo lo ha detto chiaramente, il suo futuro, alla scadenza del principesco quadriennale da 100 milioni, sarà altrove.
Rivoluzione HRC
«Serve un cambio di mentalità, non di uomini» aveva tuonato Marc lo scorso anno a Zeltweg, arrivato in Austria da convalescente dopo la quarta operazione al braccio per incontrare i tecnici della HRC e capire in che direzione la Casa di Tokyo stesse andando. Per scoprire se il primo punto è stato recepito, bisognerà aspettare il primo test, quanto al secondo, in Giappone hanno operato cambiamenti sostanziali: già lo scorso anno ai GP si era visto sempre più Shinichi Kokubu, l’ex direttore generale che ora assumerà il ruolo di Project leader della RC213V. Sotto di lui opererà Ken Kawauchi, l’ex d.t. della Suzuki, esperto di telai (figura importante per i nuovi arrivi Joan Mir e Alex Rins), che assumerà lo stesso ruolo al posto di Takeo Yokohama, giubilato dopo gli scarsi risultati degli ultimi anni. È il cambio più evidente di una ristrutturazione globale. Perché in questi mesi la Honda ha ragionato come mai fatto, aprendo un intenso rapporto di collaborazione tra il reparto R&D (ricerca e sviluppo) delle quattro ruote di Tochigi (dove si progetta la power unit della Red Bull F.1) e la HRC motociclistica il cui quartier generale è a Saitama, periferia di Tokyo.
Un’operazione che permetterà agli ingegneri HRC di avere accesso a risorse e tecnologie che prima erano loro preclusi.
Marc in attesa
I test di Sepang del 10-12 febbraio rappresenteranno un primo assaggio del lavoro fatto in questi mesi. Per la fatica fatta nelle ultime stagioni, quando priva di Marquez la squadra è andata in confusione totale, con tutti i piloti che non si sono risparmiati critiche pesantissime, sembra difficile immaginare una HRC in grado di lottare da subito per la vittoria. Ma non è neppure quello che chiede Marquez il quale, convinto di stare tornando il pilota da battere (anche se il braccio non sarà più come prima), per ora vuole solo capire se la strada imboccata sia quella giusta. Marc si è dato un tempo, la prima parte della stagione, di attesa. Scaduto il quale, se i risultati non arriveranno comincerà a guardarsi intorno. E i nomi appetibili, oggi, sono solo due: la Ducati, logicamente, che già in passato aveva sondato una sua disponibilità prima di puntare su Jorge Lorenzo (e a Borgo Panigale attendono con interesse di vedere come se la caveranno Francesco Bagnaia ed Enea Bastianini contro un Marc ormai recuperato). E poi la KTM, che dopo anni di crescita, adesso ormai ha tutto per puntare in alto. E che ha nello sponsor comunque Red Bull il partner perfetto per completare un’operazione fino a pochi anni fa inimmaginabile.