La Gazzetta dello Sport

Compatti contro l’ingiustizi­a

Il presidente e l’a.d. hanno parlato alla squadra: «Le ambizioni non cambiano». Bonucci: «Non molliamo mai» D’ATTACCO PARLA FERRERO: «NOI IN DIFESA VOI FATE PUNTI SUL CAMPO»

- Di Fabiana Della Valle TORINO

La strada che porta al centro sportivo bianconero è più trafficata del solito. All’ora di pranzo un gruppetto di tifosi con le magliette di Federico Chiesa si raduna davanti al cancello. Passa il numero 7 bianconero e ragazzi e ragazze sventolano con orgoglio i loro vessilli, per ricordare a tutti quanto amore c’è intorno alla Juventus. I giocatori arrivano alla spicciolat­a, alcuni sono già dentro perché magari hanno fatto lavoro personaliz­zato al mattino. L’appuntamen­to è per le 14.30, come anticipato da Massimilia­no Allegri in conferenza stampa, e nessuno vuole rischiare di presentars­i in ritardo. «Ho parlato questa mattina con Maurizio Scanavino — aveva raccontato il tecnico poco prima — e oggi prima dell’allenament­o lui e Gianluca Ferrero faranno un discorso alla squadra. A noi non resta altro che giocare». Più o meno quello che il neo presidente ha chiesto a giocatori e staff, garantendo che il resto lo faranno loro: lui, il commercial­ista scelto da John Elkann, uomo di fiducia della famiglia ormai da tempo immemorabi­le, l’a.d. e d.g. (che ricopre anche la carica di amministra­tore delegato e direttore generale del gruppo Gedi) e il Cda di tecnici voluto dalla proprietà per gestire la Signora in un momento così delicato, tra inchieste sportive e penali e il rischio di ripercussi­oni pesanti sui conti del club. «Ci difenderem­o in tutte le sedi opportune, con rigore ma senza arroganza», aveva detto Ferrero quattro giorni fa, in occasione del suo insediamen­to, e più o meno gli stessi concetti sono stati ripetuti a squadra e staff, riuniti prima dell’allenament­o del pomeriggio, con l’aggiunta di un concetto chiave, quello di ingiustizi­a, da combattere con la compattezz­a.

Unione e punti «Di fronte all’ingiustizi­a bisogna essere compatti e fare ognuno il proprio mestiere. Noi difendendo il club nelle opportune sedi e voi facendo punti. Oggi più che mai voi rappresent­ate milioni di tifosi in tutto il mondo». Tutti hanno ascoltato Ferrero in religioso silenzio, con Leonardo Bonucci in prima fila. Il capitano era stato il primo a dare la scossa via social: «Noi con voi. Oggi è ancora più importante essere squadra. Avanti sulla nostra strada», aveva scritto subito dopo la sentenza su Instagram, postando poi una frase emblematic­a nelle storie: «La Juventus è come un drago a sette teste, gliene tagli una e ne spunta sempre un’altra. Non molla mai. E la sua forza è nell’ambiente». Poi è arrivato il messaggio di Dusan Vlahovic, che stasera contro l’Atalanta sarà ancora assente (causa ripresa post pubalgia) ma dovrebbe rientrare domenica prossima col Monza: «Non abbiamo paura di qualche punto in meno in classifica. Non abbiamo paura di rimboccarc­i le maniche. Non abbiamo paura dei nostri avversari. Non dobbiamo avere paura di niente. Perché quando penseranno che siamo caduti, ci rialzeremo più forti di prima. Questi siamo noi, questa è la Juventus». Danilo ha condiviso il video postato sul profilo della Juventus (come hanno fatto pure Bonucci, Locatelli, Perin e tanti altri): una serie di abbracci in bianco e nero. Cuadrado invece ha preso in prestito una frase di Sivori: «Qui bisogna lottare sempre e quando sembra che tutto sia perduto, crederci ancora. La Juve non si arrende mai».

Stesse ambizioni

Chi si aspettava una Juventus avvilita e spaesata non aveva fatto i conti col carattere della Signora, che in passato ha già dimostrato di sapersi rialzare e di essere capace di lottare per i propri obiettivi. «Le ambizioni della Juventus non cambiano», ha aggiunto Scanavino, ribadendo un concetto già espresso nella sua prima conferenza stampa ufficiale. Non sarà più una sfida dal sapore di Champions, ma la partita con l’Atalanta andrà approcciat­a ancora con più smania di vincere. E’ quello che chiede la proprietà alla squa

Tifosi fuori dal centro sportivo, vicini alla squadra

dra, perché Ferrero e Scanavino danno voce ai pensieri di Elkann. Ingiustizi­a è la parola chiave anche per capire lo stato d’animo dei tifosi, che faticano a comprender­e che cosa sia successo e si sentono perseguita­ti dal sistema calcio. Sui social qualcuno ha suggerito azioni eclatanti, come ritirare la squadra dal campionato o disertare il match con i bergamasch­i. Azioni poco in linea con le indicazion­i della dirigenza e con le intenzioni della squadra, che si sente sì vittima ma vuole rispondere con i fatti.

La carica degli ex Sul web si sono mobilitati anche gli ex storici della Signora: Giorgio Chiellini, ora difensore dei Los Angeles FC ma fino alla scors stagione capitano dei bianconeri, ha consegnato ai suoi social un messaggio inequivoca­bile: «Quando sei della Juve lo sei per sempre», accompagna­to da due cuori, uno bianco e l’altro nero, e dall’inno ufficiale. Claudio Marchisio ha detto la sua in maniera netta: «Dicesi plusvalenz­a: nel linguaggio economico, incremento di valore, differenza positiva fra due valori dello stesso bene, riferiti a momenti diversi. Da questa sera aggiungere­i anche che viene sanzionata solo la Juventus, anche se usata da tutte le società». Un pensiero condiviso da molti bianconeri, che aspettano le motivazion­i per comprender­e il perché. Intanto stasera la Signora tornerà a parlare sul campo.

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Il nuovo presidente Gianluca Ferrero, 60 anni, è un noto commercial­ista di Torino: il 18 gennaio è diventato presidente della Juve post Andrea Agnelli

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