La Gazzetta dello Sport

DE ROON «La Juventus ci può dire se questa è un’Atalanta da Champions»

- HA DETTO di Andrea Elefante

Più bella cosa non c’è. Con il massimo rispetto per Eros Ramazzotti, noto tifoso juventino, oggi Marten De Roon lo ricorderà ai compagni: «Non nella chat whatsapp di squadra: lo dico direttamen­te nello spogliatoi­o. “Parlando di calcio, in Italia la cosa più bella che c’è è vincere con la Juventus”». Ma facciamo un passo indietro, prima di parlare di questa sfida.

3A inizio stagione, l’Atalanta volava e lei diceva: «Il nostro segreto è non avere aspettativ­e: riparliamo di obiettivi prima della sosta». Le abbiamo dato due mesi in più...

«Siamo partiti con diversi giocatori nuovi, concentrat­i più sul risultato che sul gioco. Ma giocando bene sai che i risultati arrivano; se giochi male, con avversarie più forti o concrete perdi: infatti è successo. Oggi abbiamo un traguardo, abbastanza chiaro credo per tutti: arrivare in Europa».

3Che vuol dire tre traguardi possibili?

«Siamo fra le prime sette e dietro di noi c’è un bel buco: è già importante. Oggi l’obiettivo non può essere la Champions, ma davvero lontano è solo il Napoli: se battiamo qualcuna delle altre cinque possono aumentare le chance, però finora abbiamo vinto solo con la Roma, con le altre abbiamo pareggiato o perso. Dobbiamo avere l’umiltà di dire: c’è chi è più forte di noi. Ma anche la prontezza di fare lo scatto giusto, se si potrà».

3La rimonta di Bologna, la reazione all’1-1 della Salernitan­a: avete ritrovato anzitutto forza morale?

«Anche sul 2-0 a La Spezia: prima quest’anno eravamo quasi sempre andati in vantaggio, è stato bello vedere che questa forza c’è ancora. Anche in casa, e ci era mancata tanto».

3Però prendete ancora troppi gol “facili”

«Sa quante volte prima di iniziare a giocare ci diciamo “Dai, per una volta non facciamo il solito regalo”? In questo dobbiamo tornare a quello che facevamo nelle prime dieci partite».

3Tredici gol segnati in due partite: cosa c’è di vero, al di là del dato esagerato?

«Che abbiamo attaccato sempre con forza e tanti uomini, anche difensori e centrocamp­isti: movimento continuo e veloce per punire difese piuttosto alte».

Hojlund punisce duro...

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«Dopo il Mondiale ho ritrovato un altro giocatore: fisico diverso, accelerazi­oni imprendibi­li, non va più solo sul sinistro e gioca semplice, non sbaglia più la prima scelta. E ascolta i consigli: infatti contro Fazio ha cercato sempre la profondità».

3 Momento difficile per Zapata e Muriel?

«Credo siano contenti per l’Atalanta ma sì, certo: non dev’essere facile. Però la competizio­ne è anche una spinta e credo ci sia bisogno di tutti e tre: Hojlund non ha la fisicità di Duvan e la giocata di Luis. Ne abbiamo sempre avuti tanti, là davanti: e se non cambia le cose uno, riesci con gli altri».

Boga, è la volta buona?

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«Vedo che ha più fiducia. Se può giocare così largo è perfetto: la sua velocità in dribbling è difficile

Dopo il Mondiale ho ritrovato un altro giocatore: fisico diverso e non sbaglia più scelte

da fermare. Noi dobbiamo essere bravi a trovarlo nella sua posizione migliore, lui dopo il secondo dribbling, non il quarto, deve capire che può cercare l’uno-due o tirare».

3A settembre ci disse: la candidata numero uno allo scudetto è la Juve. Cosa è successo?

«Che il Napoli è troppo forte, anche in Champions ha massacrato Liverpool e Ajax. Gioca a un ritmo diverso dagli altri e quando la Juve ha provato ad alzare la testa, lo ha aumentato ancora. Se non vince lo scudetto, vuol dire che ha fallito».

3Più bugiarde le otto vittorie di fila o il 5-1 che la Juve ha beccato dal Napoli?

«Il 5-1. La Juve resta una delle squadre più forti del campionato: se vinci otto volte senza subire gol, non è un caso. E’ più un caso prenderne cinque dal Napoli».

3Si aspetta più un’avversaria arrabbiata o scossa psicologic­amente per quando accade in campo e fuori dal campo?

«La Juve reagirà, subito: contro di noi saranno incazzati neri e vorranno rifarsi. Anche per la sconfitta dell’anno scorso».

Cosa insegna quell’1-0?

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«Vittoria pesante, ma gli anni prima, quando abbiamo pareggiato, avevamo giocato molto meglio. Vuol dire che con la Juve devi concentrar­ti anzitutto sul risultato: se giochi bene ti senti bene in campo, ma con squadre così non è sempre solo il bel gioco che ti fa vincere».

3 In Olanda la chiamavano “wavebreake­r”, frangiflut­ti: l’onda più pericolosa della Juve?

«La qualità di Di Maria, la velocità di Chiesa».

3Più dura senza Koopmeiner­s, squalifica­to?

«Per noi Teun è fondamenta­le, ovunque gioca. E con la Juve è sempre meglio avere i più forti».

3 Come vede Maehle mediano? «Mai visto correre così, ha sempre la forza di accelerare e attaccare: gamba straordina­ria, per giocare in quel ruolo».

Io sono il frangiflut­ti? Le onde più pericolose della Juve: la qualità di Di Maria e la velocità di Chiesa

Saranno furiosi In Italia la cosa più bella che c’è è battere i bianconeri. Ma restano tra le squadre più forti del campionato e vorranno reagire subito

3Dunque come arrivate a Torino? Pericolo euforia o testa più libera?

«Con la testa libera mai. Hanno la furbizia di saperti aspettare, si abbassano e ti lasciano giocare. Non a caso spesso vincono, come si dice?, di corto muso: se non li attacchi bene, in contropied­e ti ammazzano. Ma ora l’Atalanta è più concreta, equilibrat­a: dobbiamo saperli rispettare, ma senza aver paura di continuare a cercare il nostro gioco, per vincere. Si può giocare per vincere senza essere presuntuos­i, no?».

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De Roon Su Hojlund
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De Roon Su Chiesa

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