MAGIA MIRANCHUK E FIORENTINA KO I GRANATA SONO AL SETTIMO POSTO
oro da Europa, Fiorentina da psicanalisi. La penalizzazione della Juve ha improvvisamente riaperto per le squadre di Juric e Italiano un invitante corridoio per le coppe e la sfida di ieri, sebbene lontanissima dal traguardo, serviva a compilare il modulo di iscrizione alla corsa per la Conference League, a cui si accede con il settimo posto. Il Toro ha vinto con una prodezza di Miranchuk, ma ha soprattutto convinto con una prestazione di spessore: ottima nel primo tempo e più che sufficiente nella ripresa. Per la prima volta in campionato il Toro non ha incassato gol in trasferta e solo nel finale ha concesso qualcosa. Come spesso accade, la squadra granata ha peccato di concretezza nella fase in cui era padrona della gara e non è mai una cosa saggia tenere in vita un avversario che ha tante soluzioni offensive. E infatti nel finale Italiano ha inserito progressivamente Jovic, Gonzalez e Barak trovando l’occasione per il pareggio prima con il serbo (dormita colossale a due passi dalla porta che ha favorito il decisivo intervento di Zima) e poi con il ceco (gran parata di Milinkovic). Però la vittoria del Torino rispecchia quello che si è visto in campo, dove i granata hanno mostrato un’ottima organizzazione e anche una buona condizione atletica, mentre i viola sono apparsi confusi e in crisi di identità.
Gran primo tempo del Torino e sinistro vincente del russo. Nella ripresa i viola spingono di più, ma è inutile
Il piano Juric ha scelto Seck come centravanti per sfruttarne la velocità e la ricerca della profondità. Sanabria avrebbe legato di più il gioco, ma lasciando ad altri il compito di attaccare gli spazi sulla trequarti viola. Il tecnico granata, invece, voleva un gioco corto e rapido a metà campo e poi una palla profonda su cui Seck avrebbe potuto mettere in difficoltà Milenkovic e Igor. E il piano è riuscito più volte nel primo tempo: al 12’ lo splendido Ricci ha lanciato verso la porta Seck che ha segnato con un sinistro preciso ma dopo essere partito in fuorigioco. Dieci minuti dopo,
una combinazione Vlasic-Ricci ha mandato nuovamente al tiro Seck che ha preso la traversa. A centrocampo comandava il Toro anche grazie al lavoro di un positivo Adopo, che schermava davanti alla propria area chiunque occupasse la posizione di trequartista centrale. Il 4-2-3-1 mobile di Italiano avrebbe dovuto scombinare i piani difensivi di Juric e l’abituale marcatura uomo su uomo, ma in realtà solo raramente i granata hanno sofferto e i viola sono andati al riposo con un solo tiro nello specchio e sotto di un gol. Al 33’, infatti, Miranchuk si era esibito nella specialità della casa dal limite dell’area: perfetta conclusione a giro all’incrocio.
Sogno europeo Nella ripresa la Fiorentina ha provato a reagire: dopo un orribile primo tempo non era difficile migliorare, ma la squadra ha creato comunque troppo poco e solo negli ultimi minuti. I giocatori offensivi giravano nelle varie posizioni, ma si trattava di un disordine casuale più che di un movimento organizzato. Amrabat non riusciva a costruire, quasi tutti i duelli venivano vinti dai granata, la manovra non trovava sbocchi sulle corsie e nemmeno con le combinazioni sulla trequarti. I tifosi, che hanno fischiato a lungo la Fiorentina, si aspettavano una stagione diversa. In tribuna c’era Domenico Tedesco, ex allenatore del Lipsia, ma più che pensare a un altro tecnico bisogna capire cosa sta succedendo: Italiano è bravo, ma adesso la sua squadra è irriconoscibile. Il Toro, invece, pur abbassandosi un po’ troppo e ripartendo con minore continuità e incisività, ha saputo leggere i momenti della gara chiudendo bene gli spazi. Così è arrivata la vittoria che a Firenze in campionato mancava dall’ottobre del 1976: sul petto granata c’era lo scudetto. Almeno per una notte il Torino è settimo: se si escludono i primi cinque turni, in cui le posizioni non sono ancora definite, non accadeva dall’ultima giornata del 2018-19. E adesso Juric ha due strade per inseguire l’Europa: la Coppa Italia, con un tabellone stuzzicante, e il campionato, che ha improvvisamente riaperto la corsa al settimo posto. Qualificarsi non è un obbligo, provarci può essere divertente.