La bidella Giusy e Spalletti sogni sulla Napoli-Milano Le plusvalenze del Gasp
Giuseppina Giugliano ogni giorno riunisce l’Italia e, alla fine, l’ha spaccata in due: da una parte i suoi sostenitori, dall’altra gli scettici. Da una parte chi tifa per la bidella che si sveglia a Napoli, va lavorare a Milano e torna a casa in giornata perché l’abbonamento del treno costa meno di un affitto e della spesa nel capoluogo lombardo. Dall’altra chi non crede alla sua storia e prova a smontarla con la calcolatrice e l’orario ferroviario alla mano. Ci teniamo stretto il sospetto che sia tutto vero e applaudiamo idealmente al passaggio di Giuseppina, alla sua lotta quotidiana, eroica, per salvare il maggior risparmio possibile da uno stipendio gracile, senza tagliare le radici con la propria terra. La pendolare più lunga d’Italia, che ha 29 anni, come Di Lorenzo, goleador a Salerno, sogna a Napoli e sgobba a Milano. Come, in fondo,fa la squadra di
Spalletti che cova le imprese nel Golfo e poi viaggia a Nord per realizzarle, fino a Milano, dove lavorano le squadre che hanno vinto gli ultimi due scudetti, le inseguitrici più prossime. A Milano, il Napoli ha battuto il Milan e ha subito l’unica sconfitta ad opera dell’Inter.
È lì che gli azzurri si giocano gran parte del sogno, proprio come Giuseppina che è costretta a macinare chilometri come Lobotka e ad andare sempre veloce come Kvaratskhelia e Osimhen, per non perdere i treni che prende sempre al volo. Qualcuno sostiene che ne perda molti e polemizza sulle troppe assenze che renderebbero molto meno eroico il suo pendolarismo. Gli studenti del liceo milanese si sono subito schierati in sua difesa: «Non è vero. Giusy è mancata qualche volta, come gli altri prof. È dolce, gentile, sorride sempre. Guai a chi ce la tocca». La vogliono fuori dalle loro classi. Giuseppina, a suo modo, è una fuoriclasse. Il Napoli le assomiglia nella gentilezza del gioco,