PIOLI consigli antic
Va gestita la precarietà della vittoria, il pericolo più grande per un gruppo inesperto
l primo consiglio di Arrigo Sacchi per Stefano Pioli contiene una parola che oggi sembra tanto, troppo lontana dagli orizzonti del Milan: trovatela voi, non è difficile. «Pioli creda in sé stesso. Solo così riuscirà a essere convincente e a tornare uno stratega da scudetto».
Sacchi, il Napoli dista 12 punti, il ko nel derby di Supercoppa brucia e la Lazio che domani ospiterà i rossoneri, battendoli, può avvicinarsi a -1. Si può ancora parlare di scudetto?
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«Il campionato non è chiuso. E il Milan ha dimostrato che con le motivazioni, lo spirito di squadra e il gioco si può lasciare tutti a bocca aperta».
3 Oggi, però, a stupire è l’involuzione
della squadra. Che cosa sta succedendo?
«I ragazzi che avevano sbalordito oggi sono “caduti” nella normalità. Qualche infortunio di troppo, qualche risultato negativo maturato in maniera inaspettata e poi la mancanza di esperienza in un gruppo in cui quasi nessuno aveva mai vinto prima dell’anno scorso... E la squadra ha iniziato a sottovalutarsi, a perdere certezze. Oggi in campo il Milan non è più un collettivo: squadra lunga, movimenti senza armonia. Avete visto il primo gol dell’Inter nel derby? Calabria va a raddoppiare su Lautaro, dove c’è già Kjaer, e si perde Dimarco che segna. Errori come questo sono errori di testa, che la dicono lunga sul momento del Milan».
3 Lei ha appena descritto l’errore di un singolo...
«Ma il singolo sbaglia quando in campo si sente solo. In un collettivo che funziona si difende attivamente insieme e si attacca insieme, uniti da quel filo invisibile che è il gioco. Ma se il filo è a cinquanta metri da te...».
3 È questo l’aspetto primario da recuperare?
Stefano torni a pensare a come avere il dominio del gioco: lo scudetto lo ha vinto così
Ritrovi fiducia in sé e nel Milan senza tatticismi E se c’è da tenere fuori qualcuno... L’ex tecnico: «Il momento è difficile, punti su chi è in grado di gestire il peso»
«Senz’altro. Il gioco costa idee e lavoro, non denaro. Il Milan l’ha dimostrato facendo quello che nessuno in Italia fa: ha vinto con i conti in ordine perché Pioli ha costruito un gruppo mosso dalle idee, dalla generosità, dalla modestia e dalla volontà. Nel suo Milan c’era sinergia, comunicazione».
3 E adesso?
«Pioli deve gestire la precarietà della vittoria, che è il pericolo più grande, specialmente per un gruppo giovane come il suo. Temevo che questo momento sarebbe arrivato...».
3Lo scudetto è stato il primo trofeo anche per Pioli. La precarietà del successo sta giocando un brutto scherzo anche a lui? «Deve ritrovare fiducia nelle proprie idee, senza lasciarsi andare ai tatticismi. Prendete il 2-2 con la Roma: a un certo punto ho avuto l’impressione che si sia fatto prendere dalla paura. Ha inserito Gabbia, e poi altri giocatori
difensivi, e si è portato la Roma in area. Se vuoi che i giocatori ti seguano, devi essere molto convincente. Pioli lo ha toccato con mano, torni a pensare a come avere il dominio del gioco: lo scudetto lo ha vinto così».
Il Milan soffre anche per il calo di alcuni big, come Hernandez.
«Io dico sempre: devi usare la persuasione, e se non riesci la percussione. A volte lasciare fuori chi non rende come dovrebbe può far bene anche al diretto interessato. Chi è intelligente capisce, e Pioli sa con chi può funzionare una scossa... Ricordiamoci che il calcio è nato come uno sport di squadra offensivo: pensare che basti difendersi e che il singolo risolva tutto è un errore. Squadra che vince si cambia, eccome: è quando una cosa funziona che va corretta».
3Passiamo al fronte opposto: una terapia d’urto con il panchinaro De Ketelaere può funzionare?
«Il momento è difficile, io punterei su quei giocatori che sono in grado di gestire il peso particolare di questa fase».
3Quanto conta la presenza di Maldini a Milanello in momenti così?
«Molto, moltissimo. Paolo incarna il club con il suo stile, le sue regole, la sua storia. Ecco, le regole non devono mancare mai: l’intelligenza di un gruppo si allena anche così».
3Poi, magari, con qualche aggiustamento di mercato...
«Nel calcio c’è scarsa progettualità, il Milan ha vinto progettando. È la testa il problema oggi, non la condizione fisica, non il mercato. Se Pioli ritroverà il vero Milan, potrà prendersi belle soddisfazioni anche in Champions. Quando ha giocato con il collettivo ha messo in difficoltà chiunque, può farlo anche con il Tottenham».