Insegue le Coppe con difesa, gambe e organizzazione
Il settimo posto è vicino, il rendimento è buono, ma le punte devono fare più gol
Sognare non costa nulla, ma a questo punto non si tratta più nemmeno di un sogno. Alla fine del girone d’andata il Torino può guardare la classifica e concedersi un sorriso, prima di valutare quanto sia concreta l’ambizione europea. Per giocare le coppe la squadra di Juric ha due strade. La prima passa attraverso la Coppa Italia: quarti contro la Fiorentina, eventuale semifinale contro la vincente di RomaCremonese e poi chissà. Non è semplice, ma si tratta di un torneo di quattro partite in cui gli episodi e la condizione del momento possono incidere notevolmente anche sovvertendo i pronostici. La seconda strada riguarda il campionato, nella speranza che il settimo posto (come accade quasi sempre: dipende dal piazzamento del vincitore della Coppa Italia) regali il timbro sul passaporto. È chiaro che, in questo momento, alla corsa per il settimo posto è iscritta anche la Juve e non ha senso ragionare oggi su eventuali altre penalizzazioni o sulla teorica cancellazione del -15 stabilito venerdì. Il Toro deve pensare a se stesso, più che agli avversari, e concentrarsi sul suo cammino utilizzando l’Europa come grande motivazione aggiuntiva. Per proseguire nel processo di crescita, la squadra di Juric deve coltivare l’ambizione di chiudere dietro alle grandi lasciandosi alle spalle Udinese e Fiorentina. Se basterà per giocare le coppe, si vedrà. Ma sarebbe di sicuro un importante anche per il futuro, visto che adesso un po’ di pressione ci sarà. Ripensando al girone d’andata, intanto, emergono tre motivi di soddisfazione e uno di preoccupazione.
Solidità difensiva
Quella granata è una difesa da zona alta. Delle prime dieci in classifica, hanno subito meno gol solo la Juve, il Napoli, la Lazio e la Roma. E non si può dimenticare che in estate era stato ceduto Bremer: il suo sostituto Schuurs ha dimostrato in fretta di essere molto affidabile. Il Toro difende sempre uomo su uomo, ma sta migliorando anche in certe letture differenti: a Firenze il movimento costante dei giocatori offensivi viola non ha messo in difficoltà i granata.
Organizzazione Il Toro sa sempre cosa fare. Ha imparato la lezione di Juric e la ripete a memoria. I giocatori possono sbagliare, ma raramente accade per scarsa applicazione. E il rendimento è costante, come dimostra in modo inequivocabile il confronto con l’andata del 2020-21: oggi il Toro ha un punto in più, ha segnato 4 gol in meno e ne ha incassato uno in più. Però è passato dall’11° all’8° posto ed è forte il rimpianto per i punti lasciati a Salerno (partita dominata e pareggiata) e in casa contro lo Spezia (squadra stanchissima dopo l’impegno di Coppa Italia contro il Milan).
Condizione
atletica Dal punto di vista atletico il Torino è sempre in buone condizioni e nelle ultime settimane, se possisegnale bile, ancora di più: in inferiorità numerica a San Siro contro i rossoneri ha saputo chiudersi e ripartire, a Firenze ha gestito bene i ritmi. Difficilmente i granata soffrono la fisicità degli avversari e questo aspetto nel girone di ritorno può essere determinante.
Il problema del gol La speranza di Juric è che nella seconda parte della stagione i suoi attaccanti trovino con più frequenza la rete. È un problema di qualità individuale, di caratteristiche, perché la squadra arriva al tiro ma concretizza meno di quanto potrebbe. E la caccia all’Europa passa anche da qui.