La Gazzetta dello Sport

Aleksey l’artista non si ferma più La collezione di gioielli mancini fa felice il Toro

Il russo continua a firmare reti d’autore col sinistro Così per Juric è indispensa­bile da trequartis­ta

- Di Nicola Cecere

Andando avanti così, il “sette” alla destra del portiere verrà ribattezza­to dai tifosi granata “angolo Miranchuk”. Sì perché il gol di Firenze è praticamen­te la copia conforme di quello rifilato al Verona alla ripresa del campionato, il 4 gennaio: stesso angolo di battuta, identico controllo rapido per disorienta­re il difensore e guadagnars­i i secondi necessari a calibrare il tiro di interno mancino che plana in rete lasciando di stucco il portiere. Unica differenza: con l’Hellas la pennellata partì da fuori area, contro la Viola l’artista russo era due passi dentro. Sono 4, adesso, i suoi capolavori, regalati in 13 partite che lo hanno visto in campo per almeno un’ora, tranne a Salerno dove era entrato nei 30’ conclusivi. E viene subito da aggiungere che nessuno di questi gol è stato banale. Anzi, rivedendol­i uno accanto all’alto sembra di entrare in una galleria d’arte dove ammirare dipinti d’autore. Perché anche col Monza (tocco di esterno sull’uscita del portiere) e col Milan (diagonale di precisione che non dà margini al tuffo di Tatarusanu) Aleksey ha esaltato il popolo del Toro.

La posizione Al di là dei gol, per Ivan Juric è un giocatore inamovibil­e perché sa rifinire la manovra offrendosi ai passaggi dei mediani e delle ali. Quella del trequartis­ta nello schema più amato dal tecnico croato è una posizione importanti­ssima che necessita di interpreti abili tecnicamen­te ma pure disponibil­i ai rientri e quindi ai sacrifici atletici. Miranchuk non è esattament­e un incontrist­a, però si sta adattando ai rientri e alla pressione da fare sul portatore di palla. 1’13”

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