Il Sassuolo scappa Il Monza si salva con “mago” Caprari
Amemoria di Sassuolo, non si ricordano due gol così facili sbagliati nella stessa partita da Domenico Berardi. Aggiunti alla traversa scossa da Laurienté nel primo tempo - sarebbe stato il raddoppio per i neroverdi - si capisce come il pareggio contro il Monza, che mette fine a un’emorragia di quattro sconfitte consecutive, sia comunque un raccolto pieno di rimpianti per la squadra di Dionisi. Anche se il Sassuolo è squadra tutt’altro che scollata, in disarmo o in sfiducia, come i risultati sembravano denunciare. Assume più significato dunque il punto ottenuto da Palladino: un successo avrebbe portato i brianzoli a chiudere il girone di andata nella parte sinistra della classifica, ma i 22 punti dopo la prima metà di Serie A della storia biancorossa sono più che soddisfacenti. Anche perché comunque il Monza prosegue il suo 2023 da imbattuto (e ha chiuso il primo colpo di gennaio: Franco Carboni dell’Inter, era al Cagliari). Stavolta ci ha pensato Gianluca Caprari, forse il grande assente della prima parte di stagione, ma al terzo gol in due partite: questo dell’1-1 dopo il vantaggio di Ferrari - chi mai poteva segnare a Monza, terra di Formula Uno? - è stato una magia. Controllo magnetico in area su palla spiovente e “tiraggiro” dolcissimo con bacio al palo e gol.
Gol e traversa Il Monza ha provato fin da subito a capire quanto nero fosse il momento del Sassuolo, ancora a zero punti nel nuovo anno, saggiandone la tenuta difensiva. La chiusura di Erlic su Caprari, attivato da un tacco di Petagna, è stato un buon segnale su cui i neroverdi hanno costruito la risalita. Ancora di più dopo il vantaggio inaspettato, sul primo angolo guadagnato: buco di Petagna e Marlon, via libera all’irruzione di Ferrari. Da lì, Sassuolo ben disposto in pressione, Monza incapace di sviluppare le solite spigliate linee di gioco ed esposto sugli esterni. Laurienté da sinistra al centro ha sfiorato il palo da fuori e colpito una clamorosa traversa poco oltre la mezzora.
Reazione I movimenti di Pessina nel mezzo spazio di sinistra ha
rianimato nel finale di primo tempo il Monza. Così Palladino lo ha ridisegnato a inizio ripresa con tre cambi: Dany Mota per Petagna per avere più profondità, Pablo Marì per Marlon dietro, Colpani per Birindelli riportando a tutta fascia Ciurria, la mossa che ha svoltato la prima parte di stagione. Il pari è arrivato all’ora di gioco, con la magia di Caprari, e ha ridato slancio al possesso del Monza. Palladino così è andato all-in. La tranquillità della classifica glielo permetteva: ha rischiato di perderla esponendosi ai contropiede avversari, ma sono rischi che vale la pena correre. Il cambio Gytkjaer-Caldirola - difesa a quattro con gli “offensivi” Ciurria e Carlos Augusto terzini - ha fatto mugugnare il pubblico, ma Caldirola da “terzo” giocava già molto avanzato e aveva senso rinunciare a un difensore puro.
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Occasioni Il Monza ne ha ricavato un rasoterra di Caprari e soprattutto un diagonale di Gytkjaer intercettato da Pegolo. È andato più vicino a perderla per gli spazi lasciati dietro ma Berardi ha sbagliato due tocchi di destro, il suo piede meno nobile, a porta spalancata. Il primo a conclusione di un contropiede di Toljan, subito dopo il passaggio del Monza al 42-3-1, e un altro su azione di aggiramento quando Frattesi lo ha chiamato alla benedizione in area. Largo. Il difetto di mira è conclamato: Di Gregorio non ha dovuto fare parate. Ultimo brivido per un intervento di Tressoldi su Ciurria in area: troppo poco per scalfire l’1-1.