UNITED BATTUTO DAI BABY TERRIBILI IL CITY INSEGUE A -5
Devils avanti con Rashford, ribaltati ma poi pareggiano con Martinez. E al 90’ sono fulminati da Eddie, prodotto della Academy
servito aspettare fino al 90’, ma alla fine quell’urlo rimasto strozzato in gola è arrivato. È l’urlo dell’Emirates, più caldo del gelo di Londra. È l’urlo dell’Arsenal, che con lo spettacolare 3-2 sul Manchester United firmato allo scadere da Eddie Nketiah, il migliore insieme a Bukayo Saka, riporta a 5 le lunghezze di vantaggio in classifica sul City e tocca quota 50 punti alla 19ª partita stagionale. I Gunners non erano mai partiti così bene, nemmeno nel 2003-04 degli Invincibili di Wenger, l’ultima vittoria in Premier. «So quanto valiamo e quanto ci siamo meritati la posizione in cui siamo - ha detto il tecnico Mikel Arteta a fine gara, con un sorriso stampato in faccia -. So però il livello delle altre squadre, soprattutto di quella che ha vinto quattro titoli negli ultimi cinque anni: noi non ci siamo ancora».
Corsa Quella squadra, il City, è anche l’unica che l’Arsenal non ha ancora affrontato per via di un calendario sfalsato dalla morte della Regina. In Premier non succederà prima del 15 febbraio, ma venerdì prossimo le due squadre si incroceranno a Etihad nel quarto turno di Coppa
d’Inghilterra. I Gunners ci arriveranno dopo una nuova vittoria di carattere, che hanno meritato giocando meglio dello United, mettendolo alle corde nell’ultima mezzora, dopo che un errore di Ramsdale aveva regalato il 2-2 a Martinez. È quel carattere a rendere l’Arsenal speciale: è la convinzione in quello che questo gruppo sta facendo, nel modo in cui giocano, in quel canovaccio che Arteta ha costruito e in cui i giocatori si muovono praticamente a memoria, sia quando dominano che quando vanno sotto. L’Arsenal ha anche tanto talento. Quello di Saka è da tempo sotto gli occhi di tutti: a destra ha fatto a pezzi lo United, trovando un meraviglioso gol del 2-1 a inizio ripresa e colpendo poi un palo. Talento ne ha anche Nketiah, sempre più a suo agio come centravanti titolare: ha segnato un gol per tempo, compreso quello decisivo, si è mosso tanto dimostrando ancora una volta che Gabriel Jesus può recuperare con calma dall’infortunio subito al Mondiale. L’Arsenal adesso è la favorita anche per i bookmaker: non è il meglio della Premier solo per i 50 punti, ma anche per come gioca, per come è gruppo, per come è convinto di riuscire sempre a fare la differenza.
Mentalità
La testa, secondo Ten Hag, è quella che tiene ancora dietro lo United, quella che è costata la sconfitta dell’Emirates, la prima dopo 6 gare di Premier senza sconfitte. Al tecnico resta l’amaro in bocca per i tre «gravi errori» commessi sui gol, per come la sua squadra ha subito il gioco dell’Arsenal dopo un’ora alla pari. In quei primi 60’, lo United aveva mostrato di non essere poi così distante dal meglio che la Premier ha da offrire. Il restyling imposto dal nuovo tecnico, la disciplina che ha rigenerato la squadra, ha evidentemente dato risultati. Soprattutto con Marcus Rashford: il gol che ha sbloccato la partita al 17’ è una perla, il suo 9° da dopo il Mondiale, il massimo nei 5 campionati migliori d’Europa. I Red Devils devono ancora crescere per arrivare al livello dell’Arsenal: è evidente quanto serva un centravanti, quanto i creativi Fernandes ed Eriksen abbiano bisogno di alternative, quanto l’abitudine a vincere di Casemiro, fuori all’Emirates per squalifica, sia fondamentale per la mentalità della squadra. Ten Hag per ora deve accontentarsi dei progressi fatti, anche se dice apertamente di voler vincere e che quello che ha fatto finora non basta. Al contrario dell’Arsenal.
Triplo Haaland E sono già 25 gol a metà torneo Uno ogni ora