La Gazzetta dello Sport

SIMONE SOTTO ACCUSA

«Quante cose strane, ma noi nervosi Non avevo mai visto un rosso così»

- Di Filippo Conticello MILANO

Può la stessa squadra mordere alle caviglie il Napoli spaziale di questa stagione, umiliare il Milan campione d’Italia nel caldo arabo, e poi sciogliers­i in un San Siro gelato contro l’umile e volenteros­o Empoli? In fondo, i segnali per l’Inter di Simone Inzaghi arrivavano da lontano, questo sanguinoso 0-1 li ha solo confermati tutti: nel 2023 la squadra è stata audace contro rivali di pari livello, ma poi si è riscoperta timida contra avversari apparentem­ente più semplici. La prestazion­e sbiadita di ieri sera, anche quando si è giocato a uomini pari, va collegata direttamen­te alla stecca di Monza, alle faticacce enormi fatte in casa contro il Parma in Coppa Italia e il Verona in campionato. Esistono quasi due Inter e questo è un problema: «Non eravamo nella nostra miglior serata, poi abbiamo trovato un avversario di valore e siamo rimasti in 10 e preso un gol su ripartenza… – si è difeso Inzaghi a fine partita -. Sono successe cose strane, siamo stati troppo nervosi e questa sconfitta brucia, fa male: chiudiamo il girone d’andata con 37 punti e tanti rimpianti». Qualche rimpianto supplement­are, forse, nasce dal non aver usato le due punte prima in una serata sciagurata: «Volevamo mantenere l’equilibrio, stavamo tenendo bene fino al gol. Poi con Dzeko e Lukaku abbiamo provato a riprendere la partita, peccato per il gol preso in inferiorit­à numerica che potevamo evitare...», ha ribadito il tecnico.

Rimpianto giallo

Le sconfitte nell’altalena di questo campionato adesso sono sei, “tante” anche secondo il tecnico nerazzurro. Il Napoli, intanto, naviga nell’iperspazio, irraggiung­ibile con i suoi 13 punti di distanza e costringe tutti a un bagno di realismo: sia i tifosi che il club, in fondo, cercavano ancora un sogno scudetto a cui appendersi, ma da ieri è per tutti solo utopia. I nerazzurri giocano per la Champions e lo ha ammesso lo stesso Inzaghi: «Dietro al Napoli che fa un campionato a parte siamo tutti lì. Questa serata rallenta il nostro percorso che deve ripartire subito, analizziam­o ciò che non è andato ma guardiamo subito avanti. I festeggiam­enti per la Supercoppa non ci hanno condiziona­to anche perché sono stati ristretti. Se solo fossimo rimasti in parità numerica forse sarebbe andata in modo diverso, anche gli episodi finali con la traversa hanno fatto capire che era una serata storta». Tra l’altro, Inzaghi, teorico del cambio per il giocatore ammonito, ieri è stato beffato proprio sul suo stesso terreno: «Una doppia ammonizion­e nel primo tempo non mi è mai capitata da quando alleno. Se tolgo gli ammoniti è perché so quanto è poi dura con l’uomo in meno...».

Sesto ko per Inzaghi: «Punte inserite tardi per mantenere gli equilibri. Dumfries è in recupero: ho preferito Bellanova»

Il caso Dumfries Al di là della

classifica, l’Inter dovrà concentrar­si su certi problemi che rischiano di compromett­ere il futuro, dalle fragilità difensive ad alcuni singoli mai incisivi, su tutti Correa, passando per un calo di attenzione in base all’avversario che si trova danti. E poi rischia di diventare un caso rumoroso il mancato impiego di Dumfries, che ha completame­nte cambiato il suo status dopo il Mondiale in Qatar: era una certezza di Simone, adesso pare un fantasma. Il tecnico gli ha preferito Bellanova a inizio ripresa e quindi l’olandese, che piace alle danarose big di Premier, al momento sarebbe quasi la terza scelta sulla destra. Anche di Dumfries ha parlato Inzaghi: «Denzel sta lavorando per mettersi alla pari con gli altri, negli ultimi giorni lo sta facendo nel migliore dei modi: da sabato sarà pienamente a disposizio­ne. Ho scelto Bellanova che ha sempre fatto bene, anche se stavolta dopo aver sbagliato la prima palla ne ha risentito un po’…».

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