Indagine sull’arrivo di Osimhen: tempi lunghi
C’è un’altra procura della Repubblica al lavoro sul caso plusvalenze. Quella di Napoli. Non è una novità, il fascicolo ha già portato all’iscrizione al registro degli indagati del presidente Aurelio De Laurentiis e di altri dirigenti del club azzurro, ma ora la procura ha chiesto altri sei mesi per concludere il proprio lavoro. Il caso riguarda l’acquisto per 51 milioni di euro di Victor Osimhen dal Lilla, ma soprattutto la posizione di quattro calciatori nella direzione opposta per 21,3 milioni. Si tratta di Orestis Karnezis (l’unico ad aver giocato a Lilla, seppure per una sola partita), Claudio Manzi, Luigi Liguori e Ciro Palmieri,
tre giovani della Primavera che in Francia non ci sono mai andati. La proroga allunga i tempi e rende molto difficile un rimbalzo in tempi brevi della vicenda nel campo della giustizia sportiva. Da prassi le procure trasmettono gli atti alle autorità sportive solo a chiusura delle indagini. Un orizzonte in questo caso lontano. Sulla vicenda è intervenuto anche l’avvocato Mattia Grassani, difensore del Napoli nel processo plusvalenze che portò all’assoluzione in primavera. «L’indagine di Napoli è nata da una rogatoria che la procura francese ha richiesto, perché nel Lille erano state riscontrate irregolarità molto rilevanti - ha detto il legale a «La politica nel pallone» sul Gr Parlamento della Rai - La giustizia sportiva si è già occupata di questo caso archiviando e respingendo le accuse. Eventuali nuove prove non ne conosciamo. In qualsiasi caso è tutto in una fase embrionale». Nella trasmissione è intervenuto anche l’ex legale della Juve Michele Briamonte che ha parlato della posizione della società bianconera: «La “disparità” di cui si parla è di per sé giusta, il problema è spiegare alle persone perché una procura indaga e l’altra no».