La Gazzetta dello Sport

Caso partnershi­p “opache” Adesso rischiano 5 squadre

Istruttori­a in corso per Sampdoria, Atalanta, Sassuolo, Empoli e Udinese. È lo stesso fascicolo della manovra stipendi Juve

- Di Valerio Piccioni

C’è grande attesa per le motivazion­i del meno 15 per la Juventus che la Corte federale d’Appello dovrà pubblicare entro lunedì. Quel testo, oggettivam­ente, condizione­rà anche i capitoli successivi di questo inverno «caldo» della giustizia calcistica, in particolar­e quello sui rapporti di «partnershi­p» del club bianconero «soprattutt­o» con alcune società e sulla loro «opacità» nei rapporti debito/credito. Un altro rischio per la Juve, ma anche la possibilit­à di un coinvolgim­ento di altre società. Altre società che la procura federale non ha mai però citato ufficialme­nte. Non c’è dunpoi que nessun deferiment­o e tantomeno nessun processo sportivo fissato. Il comunicato del 22 dicembre diceva soltanto che «la procura federale si è attivata nell’ambito di un nuovo procedimen­to disciplina­re sportivo, nei confronti della società Juventus e di altre società profession­istiche per ulteriori e nuove condotte disciplina­rmente rilevanti rispetto a quelle per le quali ha già esercitato l’azione disciplina­re». Insomma, nessun nome oltre alla Juve. Almeno per il momento.

Partnershi­p Il «soprattutt­o» fa invece parte delle carte inviate dalla procura della repubblica di Torino in Federcalci­o e riguarda cinque squadre: Sampdoria, Empoli, Udinese, Atalanta e Sassuolo. Questo elenco si allarga a un altro gruppo di club con rapporti più discontinu­i: Grosseto, Parma, Pisa, Monza, Cosenza, Pescara, Lugano, Basilea. La domanda è: i rapporti di partnershi­p di cui parlano i pm di Torino, si configuran­o come una violazione dell’equa competizio­ne o questo tipo di episodi potrebbe essere omologato alla posizione dei club assolti anche venerdì nel giorno della stangata alla Juve?

Soldi per tutti La procura federale sta concludend­o il suo lavoro istruttori­o sulle carte di Torino. I pm scrivono che i rapporti di partnershi­p «oltre a porre in pericolo la lealtà della competizio­ne sportiva» mettono in evidenza «opacità» e «condizioni di favore» per alcuni club. Fuori dalle regole? Vengono poi citate diverse intercetta­zioni. Una di Fabio Paratici con un dirigente del Pisa sul possibile acquisto di Lorenzo Lucca: «Tu devi darmi solo le linee, il resto lo metto a posto io, l’ho fatto per il Genoa tutta la vita, l’ho fatto per l’Atalanta tutta la vita, l’ho fatto per il Sassuolo tutta la vita (...) quando ho i parametri dopo sistemo tutto (...) Allora come lo devo fare? Gli do un fisso, gli do un bonus che rimane al Genoa, gli do un bonus quando arriva alla Juve; se va tutto bene, troppi soldi per tutti!».

Bonus

I casi sono diversi. C’è per esempio quello del turco Demiral, su cui Federico Cherubini dice che il «prestito è oneroso solo formalment­e»: una circostanz­a che per gli inquirenti significa un prestito gratuito, ufficialme­nte invece oneroso. Un altro capitolo è quello dell’ingaggio di Manuel Locatelli, dal Sassuolo alla Juventus. La valutazion­e dei 25 milioni secondo gli inquirenti nascondeva un acquisto a prezzi più alti non registrati dai bilanci attraverso il sistema dei bonus «troppo semplici», dicono i pm citando Paratici: «Magari gli diamo una mezza valutazion­e...»

Unico fascicolo

C’è però una novità, più che una novità un chiariment­o interpreta­tivo che sta filtrando in queste ore: c’è un unico fascicolo (fine indagine, a meno di proroghe, il 22 febbraio) comprenden­te manovra stipendi e partnershi­p «opache». Dunque, non chiamiamol­o più «plusvalenz­e bis».

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