GARRONE CONTRO FERRERO «STA CONDANNANDO IL CLUB AL FALLIMENTO»
L’ex presidente pronto ad aiutare il fondo Merlyn «Trattativa bloccata da lui e dal Cda, evidentemente non si vuole salvare la società»
Cinque assemblee degli azionisti disertate da dicembre ad oggi (ne resta una, il 2 febbraio), una voragine di debiti, il no a qualsivoglia ingresso di soggetti terzi in società. E adesso, su Massimo Ferrero si abbatte la scure pesantissima dell’ex presidente Edoardo Garrone, che con un duro intervento ha messo nell’angolo lo stesso Ferrero e, con lui, l’attuale Cda.
Ci ho provato Perché se la piazza negli ultimi anni di crisi gli aveva indirettamente rimproverato il fatto di avere scelto Ferrero come suo successore al vertice del club, nel lontano 2014, ora l’imprenditore genovese presidente del Gruppo Erg e del Cda della holding finanziaria di famiglia chiarisce come ci fosse lui in appoggio al fondo Merlyn del finanziere Alessandro Barnaba, respinto dall’ex presidente dopoché aveva proposto di entrare in società immettendo denaro fresco con l’azzeramento del capitale sociale. Garrone, che nel 2019 aveva appoggiato anche il tentativo poi sfumato di Gianluca Vialli e dei suoi soci (pure lì, stesso copione: respinti da Ferrero) non ha usato mezzi termini: «La proposta di Merlyn non è stata presa in considerazione né dalla proprietà, che evidentemente ha altri obiettivi, ma non quello del salvataggio della società e del rilancio della squadra, né dal Cda che con il suo rifiuto ha condannato al fallimento quella che era l’ultima, l’unica e la migliore soluzione in grado di garantire un futuro positivo per la Sampdoria». Perché il piano industriale era «molto serio» e lo stesso Garrone ha aggiunto come «tramite la nostra holding di partecipazioni San Quirico ci siamo resi disponibili a valutare la sottoscrizione di una quota insieme ad altri investitori internazionali».
Ostracismo Una società, dunque, che avrebbe potuto riprendere il suo cammino, anche se poi è arrivato il no di Ferrero, prova evidente della sua chiara volontà di anteporre il proprio utile personale a quello della Sampdoria. Costretto com’è, non da oggi, a soddisfare innanzitutto i creditori dei suoi concordati romani, nonostante la proposta di Alessandro Barnaba e di Merlyn Partners desse eccellenti garanzie di poter uscire da questa impasse. Ecco perché per Garrone questo è il momento di richiamare ciascun protagonista alle sue responsabilità. Ferrero è da settimane alla disperata ricerca di un prestito da 35 milioni dando in pegno le azioni del club per una durata di 18-24 mesi così da ricapitalizzare il club, sinora senza esito. Soldi che servirebbero a a sfruttare il mercato di gennaio rinforzando davvero la squadra.
Il tempo stringe Non solo: incombono altre scadenze, una nuova rata del debito dilazionato con l’erario, più 11 milioni per pagare gli stipendi dei tesserati nell’ultimo trimestre 2022 da corrispondere entro il 16 febbraio per evitare una penalizzazione. E nelle prossime ore il Cda avvierà l’iter per la composizione negoziata, un recente istituto giuridico rivolto a quelle imprese che, pur presentando uno squilibrio finanziario, possono ancora sperare in un risanamento. In questo modo la Samp potrebbe avere il via libera per ottenere un anticipo sul paracadute retrocessione, ottenendo liquidità immediata da una banca che poi recupererebbe il credito a fine stagione. Resta da capire se il diniego del Cda alla richiesta di Merlyn di convocare un’assemblea che portasse all’azzeramento del capitale sociale abbia avuto anche il conforto di un soggetto esterno, essendo l’interesse primario del Cda il salvataggio della società.
La proposta di Merlyn era l’ultima, l’unica e la migliore
Noi ci siamo stati e potremmo però esserci anche in futuro Edoardo Garrone Presidente Samp dal 2013 al 2014
Piccola speranza Ma non è ancora stata scritta la parola fine. «Noi ci siamo stati e potremmo esserci anche in futuro», chiude Garrone, lasciando uno spiraglio. Servono «progetti seri», ma quelli già c’erano. Soprattutto, serve un passo indietro di Ferrero. Lo farà?