BRAVO ALLEGRI A TIRARE FUORI SUBITO IN CAMPO L’ORGOGLIO JUVE
rima la rabbia e poi l’orgoglio. Tutto in poco più di quarantotto ore: quante cioè ne sono trascorse tra venerdì sera, quando è diventata ufficiale la notizia della penalizzazione di quindici punti, e domenica quando Danilo ha scaricato la punizione del 3-3 finale contro l’Atalanta. Sotto lo sguardo tutt’altro che casuale di John Elkann, la Juventus ha così evitato la sconfitta con una prova di grande carattere, rimontando due volte contro la squadra di Gasperini. E pazienza se per la prima volta, per colpa di quei tre gol incassati, i bianconeri hanno ceduto al Napoli anche la soddisfazione di avere la difesa meno battuta del campionato.
I problemi della Juventus
adesso sono altri, come hanno sottolineato i nuovi dirigenti in tribuna, a cominciare dall’amministratore delegato Maurizio Scanavino, che ha debuttato davanti alle telecamere parlando di «sentenza iniqua e ingiusta», promettendo battaglia a suon di appelli e ricorsi. Parole che hanno ricalcato i precedenti commenti del nuovo presidente Gianluca Ferrero e dei legali della società, secondo i quali c’è stata una disparità di trattamento ai danni dei dirigenti bianconeri. Con queste premesse, a cavallo tra la “manita” di Napoli, che aveva bruscamente stroncato la rincorsa della Juventus, e la scomoda visita dell’Atalanta, lanciatissima dopo gli otto gol rifilati alla Salernitana, non era facile ricompattare la squadra. E invece il campo ha dato ragione a un campione del mondo di ieri come Claudio Gentile, che conoscendo il dna bianconero non aveva dubbi sulla reazione dei giocatori, e a un campione d’Europa di oggi come il capitano Leonardo Bonucci, secondo il quale «la Juventus è un drago a sette teste e se gliene tagli una ne spunta un’altra».
In attesa di sapere che cosa succederà in campo, e soprattutto fuori, tra la rabbia dei dirigenti e l’orgoglio dei giocatori, non deve passare in secondo piano l’atteggiamento da vero “stile Juve” di Massimiliano Allegri, che oggi sarebbe tanto piaciuto a Gianni Agnelli, a vent’anni esatti dalla scomparsa. Nessuna polemica da parte sua, malgrado lo spirito toscano, nessuna voglia di rivendicare o di sottolineare le