La Gazzetta dello Sport

Quattro c.t. e un credo: «Diamo spazio ai giovani»

- Di Mario Canfora ROMA

Metti una mattina, al Coni, con i quattro c.t. degli sport di squadra maschili più popolari: Roberto Mancini (calcio), Gianmarco Pozzecco (basket), Ferdinando De Giorgi (pallavolo) e Sandro Campagna (pallanuoto). L’idea non poteva che venire a Gianni Petrucci, il numero uno della Federbaske­t che già anni fa organizzò un incontro simile con Ettore Messina, Ratko Rudic e Arrigo Sacchi: «L’esperienza mi insegna che quando si elogiano i grandi risultati ottenuti dallo sport italiano, non sempre si tengono nella giusta consideraz­ione i meriti dei nostri tecnici, tra i migliori al mondo». Il saluto del ministro dello Sport Andrea Abodi («Il dato centrale che voglio sottolinea­re è il valore della maglia azzurra, per la ricaduta positiva che può avere su chiunque si avvicini allo sport. Lealtà, correttezz­a e probità, sono questi i principi a cui sempre dobbiamo fare riferiment­o») e del presidente del Coni Malagò («La qualità dei nostri tecnici è certificat­a dall’altissimo numero di loro che viene chiamato all’estero») hanno dato il la a 90 minuti interessan­ti, moderati dal segretario generale del Coni Carlo Mornati.

Ricambio L’importanza del ricambio generazion­ale è stato uno dei temi trattati. E mentre Mancini sottolinea­va la difficoltà ad attuarlo nel calcio, per gli altri colleghi è routine.

De Giorgi ha vinto Europeo e Mondiale con tantissimi ragazzini: «Associare il concetto di rischio al lancio di un giovane è fuorviante: quando giocavo mi dicevano sempre che mi mancavano 5 centimetri per diventare un grande alzatore. Mi disturbava pensare che chi mi parlava non notava i miei pregi ma si soffermava su una lacuna. Ecco, quando guardo i miei giocatori mi concentro sulle loro potenziali­tà, non sui difetti». Campagna è sulla stessa lunghezza d’onda: «Ai nostri ragazzi dobbiamo dare obiettivi precisi e strumenti per raggiunger­li. Ma non a 23 anni, a 18, quando la crescita fisiologic­a è già completata». Pozzecco invece propone un mix: «Preferisco coinvolger­e ragazzi che mi permettano di ricreare nella squadra un ambiente familiare. Quello in cui riesco a dare il meglio di me tra profession­alità, senso di appartenen­za e goliardia».

Partita E la partita alla quale sono rimasti più legati? Per Mancini è Olanda-Italia di Nations League del 2020 vinta 1-0, per De Giorgi la finale dell’Europeo con la Slovenia, per Campagna la gara col Montenegro che valse il bronzo a Rio 2016, mentre Pozzecco sceglie il k.o. con la Francia nei quarti dell’ultimo Europeo.

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