La Gazzetta dello Sport

Djokovic, la rinascita: «Adesso posso arrivare in fondo»

Senza più dolori, travolge De Minaur: «Una settimana fa non potevo pensare al titolo». Nei quarti trova Rublev

- Ri.cr.

L’odore del sangue degli avversari è sempre il balsamo migliore per allontanar­e il dolore. Si avvicinano i giorni che schiudono gli orizzonti della gloria imperitura e quel diavolo di Djokovic ritrova la salute e la ferocia agonistica dopo una settimana punteggiat­a di dubbi. L’ottavo di finale contro De Minaur ha la parvenza di una partita per dieci minuti, poi dal 2-2 si trasforma in un massacro: il Djoker inanella infatti 16 dei 19 game successivi, correndo meglio e con più lucidità di un avversario che ha nel moto perpetuo delle gambe uno dei punti di forza, inchiodand­olo negli angoli dopo aver preso il controllo dello scambio con il servizio (nessuna palla break concessa nel match) o la risposta. Una lezione di tennis che vale il 54° quarto di finale in uno Slam (il 13° a Melbourne) e allontana perentoria­mente le ombre intorno al tendine infiammato del ginocchio sinistro.

Pigliati una pastiglia

Il decimo trionfo australian­o, che pareva un miraggio da avvicinare con lacrime, sudore e sofferenza, adesso diventa un orizzonte piano: «È il miglior match che ho giocato dall’inizio dell’anno – confesserà felice il fenomeno serbo – e sono contento perché ovviamente, andando avanti, le partite diventeran­no sempre più difficili. La gamba è ok, sono riuscito a muovermi molto bene. Un’ottima notizia dopo i vari trattament­i a cui mi sono sottoposto: ho preso pure delle pillole, sapete che in genere sono contrario ma non c’era altra soluzione. Ma non posso abbassare la concentraz­ione: alcuni giorni ci si sente bene, altri meno. Ed è per questo che non mi sento del tutto di festeggiar­e, perché ancora non so come risponderà il corpo alle prossime sollecitaz­ioni». Però l’assenza di dolore ha il potere di sciogliere le ambizioni: «Una settimana fa non pensavo davvero al titolo, ma solo a essere in una condizione sufficient­e per giocare partita dopo partita. Ora ho validi motivi per credere di poter andare fino in fondo, a partire dall’esperienza. Alcuni ragazzi non sono mai approdati alle fasi finali di uno Slam, però c’è Tsitsipas che per come sta giocando sembra davvero sempre più vicino a vincerne uno (si affrontere­bbero solo in finale, ndr). Terrò d’occhio tutti gli incontri per vedere i miei avversari».

Esame russo

A naso, visto il fresco precedente di Bercy e lo smisurato ego tennistico del danese, non deve essergli dispiaciut­o che Rune abbia segnato il passo contro il redivivo Rublev in una partita folle: il numero 6 del mondo ha servito per la vittoria sul 5-4 del quarto set, si è fatto rimontare e nel quinto ha annullato due match point al rivale sul 6-5 e poi ha recuperato da 5-0 sotto nel super tie break. Montagne russe. Ma sulla giostra del Djoker, al prossimo turno, rischia di finire gambe all’aria.

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Per la decima Novak Djokovic, 35 anni, ha vinto 9 volte gli Australian Open

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