Polvere Di stella
DELLO SPRINT SGOMMA NEL DESERTO TRA PISTA, PESI E PUGNI
Jacobs veloce, lontano da pista e con tutti loro e meglio sto. palestre, si muove con estrema Per me è fondamentale averli intorno. lentezza. «Lo sapete - sorride amo Una volta ero un lupo solitario, la velocità in tutte le sue forme, li tenevo fuori dalle mie cose. ma sono fondamentalmente Ma crescendo si impara e oggi un pigro. A Roma, per un motivo avverto la necessità di condividere, o per l’altro, sono sempre molto di sapere che sono sereni. Se attivo. Qui, pur avendo giornate sono arrivato sin qui, del resto, è impegnative, posso permettermi per loro e questa è una forma di anche di rallentare i ritmi e rilassarmi ringraziamento». un po’, soprattutto di testa». Le condizioni logistiche sono ideali: il Nas è a pochi minuti d’auto dall’hotel che funge da quartier generale per lui, la famiglia e per uno staff di professionisti nel tempo diventati anche amici. «È tutto a portata di mano - riflette - e il fatto di essere un po’ isolati rispetto al centro città è un vantaggio. La differenza vera, poi, la fa il fatto che nei tempi liberi posso godermi moglie e figli più di quanto, tra asilo e impegni di tutti, non riesca a fare in Italia. Fino a pochi giorni fa c’erano anche mia mamma e i miei due fratelli. Più tempo riesco a trascorrere avanti lo skyline della città: svettano gli 828 metri del Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo. Dietro il Meydan Racecourse, l’ippodromo che ospita anche la Dubai World Cup: la sua tribuna, di oltre 1600 metri, è la struttura singola più lunga mai creata. A ovest il Nas Sports Complex, centro polisportivo più che all’avanguardia, al quale si ha accesso solo su invito dello sceicco Hamdan Bin Mohammed Bin Rashid Al Maktoum, 40enne principe ereditario. In direzione est il deserto arabico. Per un mese (28 dicembre-28 gennaio) sono i punti cardinali della vita di Marcell Jacobs, che quest’anno, per preparare la stagione indoor, ha scelto il caldo degli Emirati.
L’AMBIENTE «Mi alleno, vado lento e sto con la famiglia»
Una terra di contrasti se ce n’è una. Dove i ricchi (pochi) sono ricchissimi e i poveri (tanti) poverissimi. Dove Marcell, calato in una bolla, si allena a ritmo di musica trap mentre il muezzin, con le sue cantilene, dalla moschea richiama i fedeli alla preghiera. E dove il campione olimpico dei 100 e della 4x100, simbolo dell’uomo
LO SPARRING PARTNER «Il tricolore junior ora è in pista con me»
Gli allenamenti agli ordini di coach Paolo Camossi sono spesso bigiornalieri. Alle 10.30 in pista, alle 17.30 in palestra. Sempre preceduti da lunghe sedute di attivazione sul lettino del fisioterapista Alberto Marcellini. È il suo riscaldamento. «Quel che più conta è che qui si lavora davvero al meglio - spiega Marcell - la pista, dura al punto giusto, negli orari convenuti è a noi riservata. Quando è arrivato Pierre Gasly, il pilota di
Formula 1 che avevo conosciuto a qualche Gp e in occasione dell’ultimo Pallone d’oro, mi ha chiesto se potesse usare una corsia per fare qualche giretto... Ho avuto anche la compagnia del britannico Reece Prescod per un paio di giorni e dei giocatori del Bayer Leverkusen per un periodo più lungo. Queste settimane servono per accendere la spia, per provare a spingere in vista delle prime gare. Fisicamente, per fortuna, tutto è sotto controllo». In palestra, attrezzatissima, c’è anche spazio per una passione mai sopita: la boxe. Marcell infila i guantoni e “obbliga” chi lo accompagna a incassare i suoi pugni. «Io scherzo - dice - mio fratello Jacopo invece, fa sul serio. Ha 19 anni e buone prospettive: il suo maestro a Desenzano sostiene abbia una bella castagna. Alla fine, sul ring, è ciò che conta». Tra i malcapitati sparring partner - ecco la vera novità del raduno c’è anche Alessio Faggin, 19enne padovano di Monselice, campione italiano junior in carica di 100 e 200 con personali di 10”25 e 20”91. «È stimolante averlo al fianco - perché mi aiuta a far fatica e perché il ruolo di mentore mi piace tanto. Sostiene che ciò che più lo colpisce è la mia semplici
Un mese negli Emirati Arabi «Le condizioni qui sono super Sto per accendere il motore»
Insieme a Marcell a Dubai: sulla sabbia a bordo del quad, in palestra a tirare di boxe e il campione italiano junior di 100 e 200 come compagno
tà. Mi fa piacere: è quello che a mia volta ho sempre cercato nei campioni ai quali mi sono ispirato. Qui a Dubai, per esempio, ho incontrato Valentino Rossi. Sulla sua moto è salita tutta Italia e non solo: mi ha colpito per quanto sia alla mano. Rimanere se stessi è una chiave verso il successo». A proposito di pugilato: «Quando giorni fa ho postato un video di uno scambio - racconta - mi ha scritto, per sfidarmi, Chituru Ali (il 23enne comasco la scorsa stagione finalista europeo sui 100 e un personale portato a 10”12, ndr). È alto quasi due metri e pesa almeno 100 chili. Gli ho risposto che prima deve parecchio ridimensionarsi».
L’EREDITÀ «Se ce l’ho fatta io possono in molti»
Marcell ha a cuore il fatto che i suoi exploit creino un movimento, lascino un’eredità. «Mi hanno detto che 2250 atleti, un paio di weekend fa, in Italia, hanno corso i 60 indoor - sottolinea -: è un gran bel numero e può essere che abbia contribuito. Non mi monto la testa, ma a tutti dico che se ce l’ho fatta io, ce la possono fare in molti. Il talento, però, non basta. Occorre sacrificarsi e non fermarsi di fronte alle difficoltà». È anche con questi obiettivi “propagandistici” che in dicembre, a Desenzano, è sorta la Jacobs Academy: «Siamo ai primi passi ammette - è un progetto a lungo termine che, partendo dall’atletica, vuole arrivare a più sport. C’è una nuova pista, una piscina, una palestra, campi da calcio e un parco da sfruttare. Partiamo da qui». Intanto, Dubai. «Nella preparazione - spiega - poco cambia rispetto al passato. Lavoro con gli ostacoli, provo i blocchi di partenza, faccio ripetute, sollevo pesi. Inutile stravolgere ciò che funziona. Piuttosto c’è sempre il tentativo di aumentare le ampiezze, mantenendo le frequenze. Pochi centimetri possono fare la differenza». Il programma-gare, con esordio sabato 4 febbraio al meeting di Lodz, in Polonia, è confermato. Poi Lievin, gli Assoluti di Ancona e, appuntamento-clou, gli Europei di Istanbul di inizio marzo. «Farò un’altra uscita tra Tricolori e Europei - specifica -: ma a Madrid e a Birmingham, i soli appuntamenti internazionali di quel periodo, non hanno i 60. Vedremo eventualmente di sfruttare qualche opportunità in Italia, dove mi piace sempre gareggiare». Il ritorno dagli Emirati è previsto per sabato. Giusto il tempo di qualche ulteriore seduta di qualità e un’ultima uscita da... turista. Avreste dovuto vederlo da Big Red Motor Bike Renting, nel bel mezzo del deserto. Insieme a familiari e staff ha noleggiato alcuni quad e via a tutta tra le dune. Accennando poi, al tramonto e a favor di fotografo, anche un mini-sprint. «L’adrenalina dei motori mi scorre nel sangue da quando ero bambino e seguivo gli zii alle prove di motocross - si compiace -: vivo lento, ma per la velocità impazzisco». 5’36”
La stagione indoor è alle porte «Debutto il 4 febbraio a Lodz Fari sugli Europei di Istanbul»