La Gazzetta dello Sport

La difesa dei bianconeri: la norma sulla “lealtà” non può ricadere sul club

La Juve al lavoro per provare l’illegittim­ità della sentenza: una contestazi­one lascia dei dubbi

- Di Elisabetta Esposito

In attesa di leggere le motivazion­i della sorprenden­te sentenza della Corte federale d’Appello che ha sanzionato la Juve con 15 punti di penalizzaz­ione (motivazion­i che arriverann­o a giorni, sicurament­e entro lunedì 30), il club bianconero studia le carte a caccia di quel vizio di forma che potrebbe convincere il Collegio di Garanzia presso il Coni (terzo e ultimo grado di giustizia sportiva) ad accettare il ricorso che come previsto la società presenterà. Ricordiamo che il Collegio non giudica nel merito la sentenza contro cui si ricorre (quindi non può dire è giusta, è sbagliata o 15 punti sono troppi), ma solo nella sua legittimit­à.

La chiave Un potenziale elemento giuridico in questo senso interessan­te è l’articolo 4 del Codice di Giustizia Sportiva, espressame­nte richiamato dal procurator­e federale Chiné nella sua requisitor­ia di venerdì scorso per giustifica­re la richiesta di punti di penalizzaz­ione. L’articolo in questione è quello sui «doveri di lealtà, correttezz­a e probità» e si collega (al comma 2) all’articolo 8 (quello che definisce le sanzioni, compresa la pena afflittiva dei punti tolti nel campionato in corso). Come noto, la Procura federale ha portato davanti alla Corte un’istanza di revocazion­e (procedura di per sé eccezional­e) per ripetere il secondo grado di un procedimen­to con sentenza già passata in giudicato (con la Juventus assolta). Dal punto di vista procedural­e, pur facendo parte di un unico processo (iniziato con il deferiment­o dell’1 aprile 2022), l’accusa può modificare alla luce delle nuove prove raccolte (intercetta­zioni e documenti raccolti negli atti dell’inchiesta Prisma) le sanzioni, purché siano previste dagli stessi capi di incolpazio­ne presentati all’inizio del processo stesso.

La situazione Ecco, nel deferiment­o di aprile 2022 alla Juve non è contestato l’articolo 4. Sono presenti solo il 31 comma 1 (quello sugli illeciti amministra­tivi come le plusvalenz­e) che prevede come sanzioni l’ammenda con diffida (perché si parla di violazioni che non abbiano inciso sull’iscrizione al campionato, trattate nel comma 2) e l’articolo 6 (comma 1 e 2) sulla responsabi­lità diretta e oggettiva del club sull’operato dei suoi rappresent­anti e dirigenti. È stato dunque contestato un illecito non presente nel primo deferiment­o? Per la Procura no, perché in quel documento erano accusati di aver violato l’articolo 4 tutti i dirigenti coinvolti e visto che il club ne è responsabi­le (direttamen­te e oggettivam­ente) la sanzione della penalizzaz­ione può essere comunque addebitata alla Juve.

La strategia

Gli avvocati bianconeri non sono d’accordo. Lo hanno fatto presente anche nelle controrepl­iche con cui si è chiusa l’udienza davanti alla Corte d’Appello Figc («L’articolo 4 non è espressame­nte richiamato nella contestazi­one contro la società, oltre al 31 c’è solo l’articolo 6. Non si possono integrare due illeciti rispetto allo stesso fatto. La Procura sta cercando di celebrare un altro tipo di processo con un altro tipo di contestazi­one», aveva rivendicat­o Bellacosa). Si legge in effetti che l’articolo 4 debba essere rispettato dai «soggetti di cui all’articolo 2». Che recita: «Il Codice si applica alle società, ai dirigenti, agli atleti, ai tecnici...». Dunque, attenendos­i rigorosame­nte al Codice, il famoso articolo sulla lealtà che ha determinat­o la penalizzaz­ione avrebbe potuto essere contestato anche alla società Juventus. Un bel dilemma giuridico che potrà sciogliere soltanto il Collegio di Garanzia.

 ?? AFP ?? Sotto accusa Andrea Agnelli, 47 anni, ex presidente della Juve: è stato inibito per 24 mesi. Pene minori per l’ex a.d. Maurizio Arrivabene, il d.s. Federico Cherubini e l’ex vicepresid­ente Pavel Nedved
AFP Sotto accusa Andrea Agnelli, 47 anni, ex presidente della Juve: è stato inibito per 24 mesi. Pene minori per l’ex a.d. Maurizio Arrivabene, il d.s. Federico Cherubini e l’ex vicepresid­ente Pavel Nedved

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy