La Gazzetta dello Sport

TERRIBILI E IL TOTEM CAPUTO COSÌ IL MIO È DIVENTATO BELLO» dalla nostra partenza»

«Siamo al nono posto ma non cambia nulla L’obiettivo è salvarci Baldanzi? Classe pura Vicario un fenomeno»

- Fabio Bianchi

«Società eccezional­e Spero di

«Forse

provincia dei miracoli colpisce ancora. L’Empoli sforna sempre talenti e, là dove sbocciò tra gli altri Luciano Spalletti, lancia un altro baby tecnico del grande avvenire. Il successo a casa Inter, è la ciliegina sulla torta che ha preparato Paolo Zanetti. All’inizio dell’avventura, ci aveva rivelato l’obiettivo: «Arrivare al risultato mediante un’idea di gioco che possa valorizzar­e i giocatori e divertire la gente».

3Zanetti, l’ha centrato, vero?

«Direi di sì, l’idea resta quella. Stiamo ancora facendo un percorso di crescita, perché al di là dei frutti raccolti, dobbiamo ancora lavorare. La cosa importante è che siamo in crescita continua e solo a metà del percorso, con dentro tanti giovani che hanno ancora molti margini di migliorame­nto e buona predisposi­zione a imparare la situazioni di gioco che proviamo quotidiana­mente».

A proposito di baby, predisse l’esplosione di Baldanzi. Baby speciale?

«Sì, sì. L’ho visto subito dopo una settimana di allenament­o che aveva qualcosa d’importante: un talento innato. Non è molto strutturat­o ma è molto rapido e ha un proprietà di palleggio, tecnica e visione di gioco di altissimo livello. Al primo anno di A si sta imponendo in modo prepotente in un campionato difficile. I suoi gol ci hanno portato punti. Davanti a sé ha un futuro bellissimo».

3Perché

«In partite prettament­e fisiche qualche volta ha faticato e quindi ho preferito far partire Galbiati che ha più struttura e gamba per attaccare gli spazi. Ma sapevo che anche a gara in corso mi sarebbe tornato utile. Galbiati stesso in altre partite ha fatto benissimo da subentrato. Sono valutazion­i che si fanno di gara in gara».

non da subito con l’Inter?

3Avete chiuso il discorso scudetto? Come l’ha vista l’Inter da vicino?

poter restare a lungo»

«Dico che solo il Napoli poteva e può perdere il titolo, perché al di là dei punti che ha accumulato ha dimostrato una continuità di gioco impression­ante. Penso sia il loro anno e sarebbe stramerita­to. Quanto all’Inter, con noi non è stata la migliore Inter ma davanti ha trovato un Empoli importante e probabilme­nte non se l’aspettava. Siamo partiti subito forti, con intensità e anche qualità. Forse son rimasti un po’ sorpresi. Ma l’Inter è fortissima, la ho dimostrato in Supercoppa. Magari non è stata continua come il Napoli».

Dove lo mette Spalletti tra i tecnici italiani?

«Per me è un punto di riferiment­o assoluto. Per i miei gusti è sicurament­e tra i primi due, con De Zerbi. Sta dimostrand­o appunto di meritare lo scudetto, non solo con la forza dei giocatori, ma delle sue idee di gioco. Un tecnico da studiare per noi giovani».

3Guarda caso è partito da Empoli pure lui, portandolo dalla C alla A.

«La storia dice che sono passati tantissimi tecnici importanti ed è merito della società che li sa scegliere e che deve imporsi con la fantasia e la forza delle idee. Così ha dimostrato di poter restare ad alto livello. In questo è una società straordina­ria».

lei, addirittur­a nono posto. Empoli rivelazion­e. Che fa, sogna l’Europa?

«No, no, assolutame­nte no. Perché 25 punti sono tanti, molto più di tutti quanti pensavano, anche io stesso. Ma con questi punti non ti salvi. Siamo arrivati qui col lavoro, il sacrificio e la qualità. L’importante ora è non cascare nel tranello delle illusioni, dobbiamo stare concentrat­i per conquistar­e il nostro piccolo scudetto che è la salvezza. Poi verso maggio vediamo dove siamo e magari potremo pensare a qualcos’altro».

solito, quando una provincial­e rende più di quanto ci si aspetti, dietro c’è la fioritura di un cannoniere. Qui no. Qual è il segreto?

«Il segreto sta nel gruppo, nella stima reciproca tra giocatori e allenatore, e pure nel livello di mentalità che siamo riusciti a raggiunger­e. Ora abbiamo una difesa molto solida e un attacco che sta migliorand­o i propri numeri. Insomma, stiamo trovando un buon equilibrio. Sì, non abbiamo avuto un attaccante da doppia cifra, non per mancanza di occasioni, ma per tanti motivi. Penso che possiamo affermare con orgoglio che abbiamo raggiunto questi risultati da squadra, dove magari si sono esaltati i singoli. Ma senza dipendere da nessuno in particolar­e».

E quello di Zanetti, il più giovane tecnico di A che dà spesso lezioni di tattica ai maestri?

«Di segreti particolar­i non ce ne sono, solo tanto lavoro e studio. Cerco di preparare al massimo le gare, curando i dettagli e così cerco di dare tutte le informazio­ni possibili ai miei perché scendano in campo tranquilli, con le idee chiare di ciò che devono fare. A volte ci riesci, altre no».

Tornando ai gol, ora c’è Caputo. Il ritorno a casa gli ha fatto bene, vero?

«Lo abbiamo voluto fortemente, come lui noi. Quando c’è feeling, i matrimoni funzionano. Lui incarna perfettame­nte lo spirito dell’Empoli: al di là dei gol fa sempre la prestazion­e. Ha alzato il livello dei compagni di reparto e della squadra».

Sorride. «Penso sia rimasto perché costa tanto. Quest’anno si è già ampiamente riconferma­to. E’ uno dei migliori portieri italiani in assoluto e merita davvero di fare il salto in una grande squadra e conquistar­e definitiva­mente l’azzurro. Al di là delle sue capacità, glielo auguro di cuore perché è un ragazzo serio, umile e grande lavoratore».

E lei, quanto ci sta a Empoli? Qualcuno si è già fatto avanti?

Ride. «No, no. Sto facendo di tutto per confermarm­i in questa categoria, so che ho tanto lavoro da fare e devo portare la barca in porto. A Empoli son venuto per scelta perché ci sono stato bene da giocatore e sentivo che sarebbe stato il posto giusto. Ora sono felice di aver fatto questa scelta e spero di rimanere a lungo».

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