La Gazzetta dello Sport

PERCHÉ I MIGLIORI DEVONO CORRERE LE CLASSICHE

- Di GIUSEPPE SARONNI © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

ogacar farà ancora il fenomeno? Tra Van Aert e Van der Poel chi sarà più forte? E se venisse fuori una sorpresa italiana? Chi potrebbe essere? L’inverno del ciclismo ruota attorno a queste e altre domande. L’attesa monta. Poi arrivano le grandi corse che ci introducon­o alla primavera e danno le prime risposte vere, aspettate per mesi. Strade Bianche, Tirreno-Adriatico, Milano-Sanremo: il perché siano così importanti — ne ho avuto la conferma ieri mattina nella presentazi­one a cui ho partecipat­o a Milano — sta (anche) in questa febbrile attesa. Si contano i giorni che mancano. Si immagina come potranno essere. Si dibatte.

E ci si gode lo spettacolo. Poi i verdetti: magari non sono definitivi. Ma sono i primi, e contano tanto.

Tutti i corridori vogliono mettersi alla prova, vogliono confrontar­si. Hanno tanta forza, sono freschi. Vogliono cominciare a far fruttare il grande lavoro dell’inverno. E se cominci bene, vuol dire che anche dopo la Sanremo puoi andare forte...

Pure per le squadre: quelle che vanno bene si predispong­ono al meglio per il resto della stagione. Monta l’entusiasmo e ti convinci che se hai raggiunto determinat­i risultati, altri ne possano arrivare. Altrimenti comincia la pressione, i manager chiedono perché non sono arrivate le prime vittorie e può innestarsi una spirale negativa. Se pedali più “pesante”, vai meno veloce. Io non ho avuto la fortuna di partecipar­e alla Strade Bianche, quando correvo io non c’era, ma mi sarebbe piaciuta tantissimo. Nell’amore della gente e dei corridori stessi, è già il sesto Monumento.

E poi ci sono i duelli. I dualismi, le sfide. Il ciclismo vive di questo. Lo sport vive di questo. E allora va fatto in modo che tutti i migliori corridori, quelli che in questo periodo storico riescono a interpreta­re il ciclismo in modo così generoso e spettacola­re, si incontrino più spesso. Non è lo stesso sport, ma penso al tennis e a quanti NadalDjoko­vic, Federer-Nadal, Djokovic-Federer ci siamo goduti negli ultimi anni. Ma abbiamo mai visto una corsa in cui Pogacar, Evenepoel, Roglic, Vingegaard e anche Bernal — i migliori sulla carta per i grandi giri — siano tutti assieme al via? Banalmente: esiste una foto comune dei cinque? Pogacar è un esempio da seguire: si mette in discussion­e, ama osare, corre le classiche. Gli si adattano di più Liegi e Lombardia, ma non rinuncia a Sanremo e Fiandre. Il ciclismo in questo momento ha un potenziale straordina­rio ma pure una incredibil­e dispersion­e. Ci sono troppe gare, anche. A volte, giorni con 5-6 risultati che fai fatica a ordinare. No: riformiamo il calendario e troviamo il modo di far correre spesso contro questi giganti. La gente vedeva sempre me, Moser, e gli altri campioni sfidarsi nei momenti chiave. Classiche, grandi giri, Mondiale. E ne era entusiasta. Tutti i migliori al via nelle migliori corse: così deve essere.

Le grandi corse che ci introducon­o alla primavera danno le prime vere risposte

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Mai così tanti big come alle Strade Bianche 2021: nella foto, Pogacar, Bernal, Van der Poel e Van Aert
BETTINI Strade Bianche 2021 Mai così tanti big come alle Strade Bianche 2021: nella foto, Pogacar, Bernal, Van der Poel e Van Aert

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