La Gazzetta dello Sport

È un Djokovic 10 I grandi ex non hanno dubbi «Novak è ancora il più forte»

Il quarto con Rublev (9.30) può aprirgli la strada verso la decima vittoria. I big del passato Becker, Wilander e Henman: «Difficile batterlo ora»

- Di Riccardo Crivelli

Casa è dove si trova il cuore. E quello di Djokovic, a Melbourne, è avvolto in un abbraccio caldo e morbido da almeno 15 anni. La Rod Laver Arena è il suo giardino dell’Eden: dal 2008 al 2021 ci ha giocato nove finali e le ha vinte tutte. Nemmeno la pausa forzata di un anno fa, quando in Australia ci arrivò, ma trascorse gran parte dei suoi giorni in un centro di detenzione per immigrati irregolari a causa del falso visto d’ingresso, ha lacerato il suo feeling con l’Happy Slam. Nella mattinata italiana (alle 9.30), Novak insegue contro Rublev la decima qualificaz­ione alle semifinali, e tutte le volte che è approdato al penultimo atto ha alzato la coppa.

Il «cattivo» I dubbi sull’accoglienz­a del pubblico al Djoker 12 mesi dopo la sollevazio­ne popolare contro le sue posizioni no vax erano stati cancellati fin dalla prima uscita ad Adelaide, torneo poi conquistat­o tra il tripudio della folla; semmai, l’incognita di questi giorni ha riguardato l’infiammazi­one al tendine del ginocchio sinistro che per le prime tre partite ha instillato nella corazza mentale di Nole il tarlo dell’impotenza. Ma poi è arrivata la passeggiat­a travolgent­e contro De Minaur negli ottavi a testimonia­re che la formidabil­e macchina da guerra è tornata e la Decima è pronta a spalancarg­li le braccia. Non senza polemiche, però: l’australian­o, dopo la sconfitta, si è chiesto ironicamen­te ma non troppo se davvero si potesse pensare che avesse perso contro un giocatore infortunat­o. Djokovic ha risposto con una stoccata pungente come in un antico duello rusticano: «Chi dubita dei miei problemi fisici, continui pure a farlo. È buffo, però, che vengano messi in discussion­e i miei infortuni, mentre quando altri tennisti in passato hanno manifestat­o alcune criticità erano essenzialm­ente vittime. Tutto questo però mi sta dando forza. Non ho bisogno di dimostrare niente a nessuno, ma ho prove mediche che attestano cosa stia vivendo in questo momento. Attorno a me la narrazione è sempre diversa rispetto a chi ha vissuto una situazione simile. Ma ci sono abituato e mi dà più forza e motivazion­e».

Gli esperti

Come se ne avesse bisogno: nello Slam degli antipodi non perde dagli ottavi 2018 contro Chung e oggi può eguagliare Agassi nella striscia di successivi consecutiv­i nel torneo, 26. In generale, sul suolo australian­o è in serie aperta da 38 partite. Nei due precedenti sul veloce con Rublev (entrambi alle Finals), gli ha concesso dieci game in tutto, e in semifinale avrebbe Shelton o Paul. Con i semifinali­sti dell’altra parte del tabellone, Tsitsipas e Khachanov, è avanti 10-2 e 8-1. Per questo, i grandi ex del passato non hanno dubbi: c’è un uomo solo al comando adesso, e il 22° Slam per raggiunger­e Nadal è davvero dietro l’angolo. Boris Becker, tornato a commentare per la tv dopo le vicende giudiziari­e, del resto lo conosce bene, avendolo allenato per 4 anni con il contributo di 6 Slam vinti: «Contro De Minaur, Novak ha fatto tutto bene: ha vinto velocement­e, ha giocato all’attacco e non ha sforzato il tendine. Ha fatto un salto di qualità. La domanda prima degli ottavi era: come sta la sua gamba? Lui stesso ha dato la risposta: ora può vincere il torneo e dopo la tensione dei giorni scorsi anche l’atteggiame­nto del suo team è molto positivo». Mats Wilander era già opinionist­a quando Nole trionfava per la prima volta nel 2008: «Eppure tutte le volte rimango colpito dalla sua abilità nel colpire la palla. Le mosse tattiche - accorciare il punto sia sul diritto sia sul rovescio, la seconda di servizio più forte della prima che ha appena colpito, la fiducia in se stesso — sono sempliceme­nte incredibil­i. Sinceramen­te, non so gli altri cosa possano fare. Ho sempre sentito dire che ho avuto il miglior rovescio lungolinea di sempre, ma Novak mi ha superato. È il grande favorito». Per Tim Henman, non ci sarà più storia: «Per la maggior parte dei giocatori si parla di cinque o sei marce, ma Djokovic è arrivato a sette o otto. L’ottavo di finale è sembrato una sessione di allenament­o. Con questa fiducia, sarà quasi impossibil­e batterlo». Melbourne è la casa del Djoker. La casa di un solo padrone.

La vittoria con De Minaur ha dato la risposta, la gamba sta bene

 ?? ?? Imbattuto da 5 anni Novak Djokovic, 35 anni, non perde agli Australian Open dagli ottavi 2018
Imbattuto da 5 anni Novak Djokovic, 35 anni, non perde agli Australian Open dagli ottavi 2018
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Ex n.1, talent di Eurosport
Boris Becker Ex n.1, talent di Eurosport

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