La Gazzetta dello Sport

È tra le grandi d’Europa senza uno stadio proprio e con spese contenute

Bayern e Psg con ricavi quadrupli non hanno fatto meglio del Napoli, che ha un progetto sostenibil­e

- Di Maurizio Nicita NAPOLI

Non sappiamo in primavera cosa succederà, in Italia come in Champions, ma oggi esiste una fotografia precisa che comunque avrà un suo valore, al di là di quelli che saranno i risultati con i quali si chiuderà la stagione. E l’istantanea ci dice che questo Napoli non teme il confronto con le altre capolista dei campionati maggiori. Un confronto che, mettendo sulla bilancia fatturati e spese, dovrebbe essere improponib­ile. Non scopriamo certo oggi la potenza della Premier o quella del Psg qatariota o di club di grande lignaggio come Barcellona e Bayern Monaco, e proprio per questo il rendimento del Napoli a quel livello risulta eccezional­e.

L’unica senza stadio

Basta dire che delle 5 capolista, il Napoli è l’unica a non avere un impianto di proprietà che alle altre porta introiti importanti in impianti moderni o rimodernat­i che “lavorano” l’intera settimana. Infatti alla voce ricavi e anche costo della rosa, il Napoli è “fanalino di coda” di questo ristretto gruppo dove spicca il miliardo (seppur gonfiato) del Barcellona e fatturati quadrupli e tripli delle altre. Questo dato dovrebbe essere più che sufficient­e - almeno così è stato finora - per fissare un gap anche tecnico in campo, che deriva dalla possibilit­à di ingaggiare giocatori più forti, cui dare stipendi più onerosi. Invece oggi se chiedeste a quelli del Psg o del Bayern, costretti a spareggiar­e in un ottavo di Champions, probabilme­nte

vi direbbero che sul loro cammino preferireb­bero evitare di incrociare la Banda Spalletti, che ha triturato il Liverpool di Klopp, oltre ad Ajax e Rangers. E dire che, sia sul piano del costo della rosa sia per il monte ingaggi, il Napoli rimane ultimo e staccato rispetto alle colleghe capolista. Ma oggi il valore della rosa del Napoli, anche se sono valutazion­i sempre fluttuanti e volatili, non è tanto inferiore a quello delle concorrent­i. Perché questo sta dimostrand­o il campo. Certo, andando avanti nei turni a eliminazio­ne diretta l’esperienza giocherà un fattore importante, ma sarà curioso vedere dove potrà arrivare il Napoli di Spalletti.

Strada da seguire

In un calcio italiano malandato e attraversa­to da scandali, la via tracciata dal Napoli diventa una strada da seguire, una speranza per tutti. Perché rigore economico e competenza sul mercato possono produrre un qualcosa che appare come un ossimoro: riuscire ad alzare la competitiv­ità tecnica della squadra, abbassando i costi. Non sempre inseguire il campione

dall’ingaggio stratosfer­ico porta i risultati voluti. E del resto il Paris Saint-Germain è lì a dimostrare che la collezione di fuoriclass­e non porta automatica­mente alla conquista della Champions. Del resto, restando nei nostri confini, i 75 milioni di monte ingaggi che il Napoli paga ai propri tesserati, costituisc­ono solo il quinto “monte” del nostro campionato dopo Juve, Inter, Milan e Roma. Ma guardando all’Europa da inseguire sul piano della competitiv­ità bisogna prendere atto che non potremo mai contrastar­e la potenza economica della Premier e di altri. Però la fantasia e la competenza possono mettere insieme qualcosa di importante. E oggi le prospettiv­e del Napoli restano rosee. Perché il marchio cresce di prestigio internazio­nale, dalla Champions arriverann­o premi impensabil­i fino a un anno fa. E tutto questo, se investito nelle infrastrut­ture e non “buttato” nelle tasche dei giocatori, diventa fattore di crescita.

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GETTY Al top L’abbraccio tra Jurgen Klopp, 55 anni, e Luciano Spalletti, 63

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