La Gazzetta dello Sport

LA LAZIO ITALIANA GUIDATA DA SARRI AIUTA MANCINI

- L’ANALISI di ALESSANDRO VOCALELLI

Succede a volte che dai grandi scontri nascano invece grandi alleanze. È quello estremizza­ndo il concetto - che sta avvenendo tra Mancini e Sarri. Già, perché fece scalpore, nel gennaio del 2016, la lite tra i due al termine di un Napoli-Inter. Insulti pesanti, che per fortuna sono stati archiviati. Al punto che il c.t., proprio nell’intervista alla Gazzetta di poche settimane fa, ha esaltato il gioco della Lazio e il lavoro di Sarri.

Una ritrovata armonia, almeno profession­ale, che si riflette - curiosamen­te - anche nell’aiuto involontar­io e prezioso che il mister biancocele­ste sta offrendo alla causa azzurra.

Già, perché la Lazio che ha incantato contro il Milan è anche un potenziale serbatoio per la Nazionale, in totale controtend­enza con i dati generali sull’impiego dei calciatori italiani. A differenza ad esempio della Liga, dove i giocatori spagnoli sono in netta maggioranz­a, da noi succede il contrario. Molti preferisco­no pescare all’estero, riducendo così sensibilme­nte il numero dei convocabil­i. Dicevamo di recente, ed è un riferiment­o concreto, che tra i primi 20 della classifica cannonieri c’è un solo centravant­i italiano: il “solito”

Immobile, malgrado una stagione tormentata dagli infortuni. Ma al di là di Immobile, che viene ingiustame­nte discusso quando c’è e giustament­e rimpianto quando non c’è, la Lazio di Sarri può essere davvero d’aiuto a Mancini. A cominciare da Lazzari, che Sarri ha trasformat­o da esterno di una difesa a 5 in classico terzino (si può ancora dire?) di una difesa a 4. Se il problema era quello legato al suo ruolo - visto che Mancini gioca col 4-3-3 come Sarri - ora è tutto superato.

Ma non solo. Diciamo sempre che, al di là degli attaccanti, la vera preoccupaz­ione - per il dopo Chiellini e Bonucci - sia legata ai difensori centrali. Ecco perché le coppia RomagnoliC­asale, che guida la difesa meno battuta dopo quella del Napoli, non può passare inosservat­a anche in chiave azzurra. Un ventottenn­e e un ventiquatt­renne possono, con Bastoni, rappresent­are il presente e il futuro. Immobile, Lazzari, Romagnoli, Casale - dunque - ma non solo. Perché potrebbe e dovrebbe meritare attenzione la crescita

Da Lazzari a Casale, fino a Zaccagni: per il c.t. è diventata un grande serbatoio

di Cataldi in un ruolo, quello del playmaker, che rappresent­a il vero assillo delle grandi. Un giocatore nel pieno della maturità, che ha però tre anni in meno del titolariss­imo Jorginho. E poi Zaccagni, che oggi va di sicuro considerat­o nella top assoluta dei calciatori italiani: non solo per gli otto gol realizzati, ma per il contributo di freschezza, dinamicità e intelligen­za in un ruolo - quello dell’esterno alto - tanto caro anche al c.t.. Insomma, se non è il caso di chiamarla una possibile Lazionale, di sicuro c’è tanto da attingere nel lavoro di Sarri. Proviamo a chiedere a Mancini: se in tutte le squadre soprattutt­o di vertice - ci fossero sei o sette potenziali giocatori da Nazionale, non sarebbe la più grande rivoluzion­e del calcio italiano?

 ?? ??
 ?? ?? Difensore
Il laziale Nicolò Casale, 24 anni, in allenament­o col tecnico Maurizio Sarri, 64
Difensore Il laziale Nicolò Casale, 24 anni, in allenament­o col tecnico Maurizio Sarri, 64

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy