LA LAZIO ITALIANA GUIDATA DA SARRI AIUTA MANCINI
Succede a volte che dai grandi scontri nascano invece grandi alleanze. È quello estremizzando il concetto - che sta avvenendo tra Mancini e Sarri. Già, perché fece scalpore, nel gennaio del 2016, la lite tra i due al termine di un Napoli-Inter. Insulti pesanti, che per fortuna sono stati archiviati. Al punto che il c.t., proprio nell’intervista alla Gazzetta di poche settimane fa, ha esaltato il gioco della Lazio e il lavoro di Sarri.
Una ritrovata armonia, almeno professionale, che si riflette - curiosamente - anche nell’aiuto involontario e prezioso che il mister biancoceleste sta offrendo alla causa azzurra.
Già, perché la Lazio che ha incantato contro il Milan è anche un potenziale serbatoio per la Nazionale, in totale controtendenza con i dati generali sull’impiego dei calciatori italiani. A differenza ad esempio della Liga, dove i giocatori spagnoli sono in netta maggioranza, da noi succede il contrario. Molti preferiscono pescare all’estero, riducendo così sensibilmente il numero dei convocabili. Dicevamo di recente, ed è un riferimento concreto, che tra i primi 20 della classifica cannonieri c’è un solo centravanti italiano: il “solito”
Immobile, malgrado una stagione tormentata dagli infortuni. Ma al di là di Immobile, che viene ingiustamente discusso quando c’è e giustamente rimpianto quando non c’è, la Lazio di Sarri può essere davvero d’aiuto a Mancini. A cominciare da Lazzari, che Sarri ha trasformato da esterno di una difesa a 5 in classico terzino (si può ancora dire?) di una difesa a 4. Se il problema era quello legato al suo ruolo - visto che Mancini gioca col 4-3-3 come Sarri - ora è tutto superato.
Ma non solo. Diciamo sempre che, al di là degli attaccanti, la vera preoccupazione - per il dopo Chiellini e Bonucci - sia legata ai difensori centrali. Ecco perché le coppia RomagnoliCasale, che guida la difesa meno battuta dopo quella del Napoli, non può passare inosservata anche in chiave azzurra. Un ventottenne e un ventiquattrenne possono, con Bastoni, rappresentare il presente e il futuro. Immobile, Lazzari, Romagnoli, Casale - dunque - ma non solo. Perché potrebbe e dovrebbe meritare attenzione la crescita
Da Lazzari a Casale, fino a Zaccagni: per il c.t. è diventata un grande serbatoio
di Cataldi in un ruolo, quello del playmaker, che rappresenta il vero assillo delle grandi. Un giocatore nel pieno della maturità, che ha però tre anni in meno del titolarissimo Jorginho. E poi Zaccagni, che oggi va di sicuro considerato nella top assoluta dei calciatori italiani: non solo per gli otto gol realizzati, ma per il contributo di freschezza, dinamicità e intelligenza in un ruolo - quello dell’esterno alto - tanto caro anche al c.t.. Insomma, se non è il caso di chiamarla una possibile Lazionale, di sicuro c’è tanto da attingere nel lavoro di Sarri. Proviamo a chiedere a Mancini: se in tutte le squadre soprattutto di vertice - ci fossero sei o sette potenziali giocatori da Nazionale, non sarebbe la più grande rivoluzione del calcio italiano?