La Gazzetta dello Sport

La favola Linette polacca di scorta «Dodici mesi fa pensavo al ritiro»

All’ombra della n.1 Swiatek esplode Magda dopo i guai a un ginocchio: ora trova la Sabalenka

- Ri.cr.

Il tennis è come una scatola di cioccolati­ni: non sai mai cosa puoi trovarci dentro. Magari un’improvvisa resurrezio­ne a 30 anni suonati (ne farà 31 il 12 febbraio) come quella di Magda Linette, la polacca di scorta all’ombra della numero uno Swiatek che incredibil­mente oscura la ben più celebrata connaziona­le e si issa per la prima volta in una semifinale Slam. Alla fine della partita contro la Pliskova, che non aveva ancora perso un set nel torneo, la ragazza di Poznan affida le sue sensazioni a una frase cinematogr­afica: «Sono stanca».

Porte scorrevoli

Del resto, come una novella Forrest Gump, ha cominciato a correre senza una meta precisa dopo aver rischiato la carriera per un’infortunio a un ginocchio, due anni fa: «È stata una delle esperienze più dolorose della mia vita. Sono stata fuori cinque mesi, perché avevo accelerato troppo il ritorno in campo dopo un intervento chirurgico. Non avevamo capito bene la diagnosi e quando sono arrivata in Australia l’anno scorso mi sentivo a disagio e non riuscivo a camminare. Mi sono ritirata e ho deciso immediatam­ente di ricorrere all’operazione. Questo episodio mi ha trasformat­a, facendomi diventare molto più calma nell’affrontare la vita. Precipitav­o in classifica, ho chiuso con il mio allenatore di lunga data. L’unica cosa che potessi fare era aspettare e tornare più forte di prima». Timida e gentile, usa parole pacate per descrivere un altro trauma recente: la rottura con il coach di cui parla è stata anche una separazion­e personale con il fidanzato, «Izo» Zu

nic, che la seguiva dal 2014, anche se nel 2018, quando iniziò la loro storia d’amore, di comune accordo avevano deciso di affidarla a Mark Gellard, che è tornato ad allenarla qualche mese fa dopo una pausa. Nella vita di Magda ci sono pure un anno in Cina, all’Accademia di Guangzhou, e una laurea in Business Administra­tion nel 2021 in un’università dell’Indiana: «Dopo l’infortunio, sono ripartita dai tornei più piccoli con il rischio di non risalire più, ma ora posso dire che ne è valsa la pena fare tutti quei sacrifici, è arrivata una grande ricompensa».

L’occasione Il premio, stamattina, sarà una semifinale senza pressioni, perché la decisa favorita del match è la bielorussa Sabalenka, la testa di serie più alta (5) rimasta nel tabellone femminile. Aryna, già numero 2 del mondo, carattere vivace e irrequieto come testimonia­no le continue discussion­i da ragazzina con l’allenatric­e di allora, che infatti a 11 anni la cacciò definitiva­mente dagli allenament­i, diventa un mansueto agnellino quando gli Slam entrano nelle fasi calde, malgrado il volto di una tigre ruggente tatuato sull’avambracci­o sinistro. Giocherà la quarta semifinale in carriera e le altre tre l’hanno sempre stoppata a un passo dal sogno: «Credo che quelle sconfitte mi serviranno per affrontare questa partita in modo differente, per rimanere più calma. Allora ero troppo nervosa in campo, gridavo in continuazi­one, sentivo la pressione di dover vincere per forza: se mantengo i nervi saldi, posso arrivare fino in fondo». Con un sogno neppur troppo nascosto, visto che dall’altra parte c’è la connaziona­le Azarenka che affronta la Rybakina: «Una finale tutta bielorussa sarebbe bellissima». Che poi si dovrebbe festeggiar­e senza inno e senza bandiera perché la loro nazione è stata bandita dalla Wta per la guerra all’Ucraina, nella calda estate di Melbourne sembra un particolar­e di scarso rilievo.

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Più su Magda Linette, 30 anni, n. 45 Wta: con il successo è già n.22 virtuale

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