Anche Giro e Milano-Cortina contro la sedentarietà
Ibambini italiani sono i più sedentari fra i 37 Paesi dell’Ocse, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo. Il 94% non pratica un «adeguato livello di attività fisica». È il dato spietato che emerge dall’incontro organizzato dall’Osservatorio Valore Sport e da The European House Ambrosetti. Numeri che si contrappongono a un Paese che alle Olimpiadi di Tokyo ha concluso al primo posto per numero di medaglie vinte all’interno dell’Ue. Anche se Giovanni Malagò avverte che «certi risultati non si faranno più a meno che non si acceleri moltissimo in alcuni settori, dice il presidente del Coni - in primis sull’impiantistica, che devono essere complementari a ciò che funziona». Il presidente paralimpico Luca Pancalli invoca uno «sport come base di costruzione di un welfare attivo per il futuro».
Finlandia
Siamo sedicesimi, però, sui 27 dell’Ue per spesa pubblica «sportiva» per abitante. E lo stesso Pnrr, con il suo miliardo «sportivo» rischia di essere la montagna che partorisce il topolino. In realtà ci sono diverse risorse «sportive» iscritte in altri capitoli, ma la frammentazione degli interventi è grande. Vito Cozzoli, presidente-a.d. di Sport e Salute, sottolinea un passo avanti nella graduatoria dei Paesi più attivi e fissa un obiettivo ultra ambizioso: «Superare la Finlandia». Di gran lunga il n. 1 con il 92% di cittadini attivi.
Legacy Il convegno propone fra l’altro il rilancio dei Giochi della Gioventù, l’incoraggiamento della pratica sportiva nelle aziende e nei luoghi di lavoro, la riduzione dell’IVA sui servizi sportivi dal 22 al 10% e sulle biciclette al 4, interventi di defiscalizzazione per i privati che investono sullo sport. C’è poi il fronte delle legacy dei grandi eventi sportivi. Ne parlano anche i relatori del pomeriggio nel panel condotto dal vicedirettore della Gazzetta, Pier Bergonzi. Paolo Bellino, amministratore delegato di Rcs Sport, parla del Giro d’Italia, dei suoi 800 milioni di telespettatori, ma anche della Cycling Cup dedicata alle categorie giovanili che accompagnerà quest’anno le tappe della corsa rosa. Francesco Carione, direttore generale della Gazzetta dello Sport, ricorda i grandi numeri del Festival di Trento con i suoi 130 eventi, opportunità promozionale preziosissima. Per Andrea Monti, direttore della comunicazione di MilanoCortina,
anche l’Olimpiade 2026 ha «la possibilità di migliorare la vita di ognuno di noi con lo sport». Mentre Gian Paolo Montali, direttore della Ryder Cup, sottolinea il grande indotto turistico dell’appuntamento golfistico. Per Diego Nepi Molineris, dg di Sport e Salute, la parola chiave è l’osmosi fra atleta e pubblico. «La grande vittoria produce un più 30 per cento, ma al tempo stesso dobbiamo combattere il “drop out”». E sì, perché dopo i giorni della scoperta, c’è il rischio che arrivino quelli dell’abbandono.