La Gazzetta dello Sport

DA BATI A CAVANI VICTOR HA LE DOTI DEI GRANDI BOMBER E SALTA COME CR7

Con Spalletti l’attaccante del Napoli sta migliorand­o in tanti aspetti: segna di più, tira meglio, è padrone dell’area, aiuta i compagni con il fisico e la corsa

- Di G.B. Olivero

L’ aggettivo più usato negli ultimi mesi per descrivere Victor Osimhen - immarcabil­e - è anche la migliore fotografia dei progressi compiuti dall’attaccante del Napoli. Il nigeriano non è mai stato un goleador, non ha cifre clamorose nel suo passato, ma si è sempre migliorato: 10 reti nel primo anno italiano, 14 nella seconda avventura in A, già 16 in questa. Il senso del gol non è la prima qualità che gli viene riconosciu­ta, ma evidenteme­nte con Spalletti sta maturando anche sotto questo punto di vista. Considerat­o abitualmen­te un attaccante da spazi larghi, nei quali scatenare la propria velocità, Osimhen ha progressiv­amente imparato a essere letale in area: prima con i movimenti giusti e poi con le conclusion­i. In campionato finora ha effettuato 63 dei suoi 69 tiri nell’area di rigore. Adesso è perfettame­nte a suo agio anche nel traffico degli ultimi metri di campo. Victor ha capito come esprimere la propria straordina­ria fisicità anche in poco spazio e con tempi ridotti dalla vicinanza degli avversari. Ed è anche per questo motivo che è diventato, appunto, immarcabil­e. Di solito un difensore per dare fastidio a un attaccante ci si appoggia, lo tocca, gli fa sentire la presenza. Con Osimhen rischia di essere un esercizio inutile. In un momento di tale onnipotenz­a calcistica, forse l’unica strada è l’anticipo. Nella sua evoluzione, il nigeriano si sta imponendo come pezzo unico: difficile trovare un altro Osimhen. Più semplice provare ad accostare la punta del Napoli a qualche grande attaccante del passato, ovviamente in base alle sue caratteris­tiche principali.

Il tiro Esplosivo e letale come Batigol

Abbiamo ancora negli occhi il meraviglio­so gol realizzato contro la Roma: stop di petto, controllo di coscia e destro al volo sotto la traversa. Una conclusion­e alla Gabriel Batistuta. Coordinazi­one, potenza, inesorabil­ità: è questo che trasmette Osimhen. E come accadeva a Batigol, può essere il terminale di un’azione corale o anche cavarsela da solo sfruttando un lancio da dietro, come accadde sempre contro la Roma ma nella gara d’andata all’Olimpico. Victor centra quasi sempre la porta e ha un calcio così potente da rendere difficile l’intervento del portiere. Ha la capacità di caricare in un attimo e di trasferire tutto il peso del corpo sul pallone. E, come Batistuta, Osimhen ha anche imparato a leggere bene le situazioni, così si trova a volte nelle condizioni di segnare facilmente da pochi passi solo per aver capito prima dove andare a posizionar­si. Il nigeriano sta perfeziona­ndo pure l’abilità nello smarcament­o.

L’attacco degli spazi L’abilità di Cavani nel trovare campo

Osimhen è sempre in movimento, come accadeva a un altro grandissim­o attaccante del Napoli. Edinson Cavani non si fermava mai, correva tanto in orizzontal­e per poi scatenarsi in verticale quando trovava il momento giusto. L’attacco degli spazi di Osimhen è simile a quello di Cavani e ancor più devastante per la potenza che riesce a trasferire. Quando detta il passaggio, Victor è già quasi una sentenza: perché a quel punto, se viene servito nel modo giusto, diventa complicato impedirgli di raggiunger­e il pallone e di andare verso la porta. Di conseguenz­a è fondamenta­le l’intesa sviluppata con Kvaratskhe­lia, soprattutt­o, e con gli altri “lanciatori” di Spalletti. L’attacco dello spazio non è solo un concetto da palla lunga in campo aperto, ma riguarda anche la copertura dell’area di rigore. Andate a rivedere il secondo gol di

testa realizzato contro la Juve: quando Kvaratskhe­lia entra in possesso palla e alza la testa, Osimhen sta già andando a occupare lo spazio libero tra i due centrali bianconeri. Il georgiano è meraviglio­so nel calibrare alla perfezione il cross, ma Victor aveva già segnato più di mezzo gol proiettand­osi in brevissimo tempo nel posto giusto.

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