La Gazzetta dello Sport

Dea, è sparito il gol Gasp deve risolvere l’enigma attacco per l’Euro-volata

In sei gare 22 gol, poi due digiuni: al tecnico servono regolarità e l’apporto di tutte le cinque punte

- Di Andrea Elefante

L’Atalanta che non segna per due partite di fila (Inter in Coppa Italia e Sassuolo per la prima sconfitta in campionato del 2023) stupisce anche più di quanto sia normale. Fa sensazione di suo date le abitudini e la percezione della frenata è acuita dal momento: in sei partite dall’inizio del 2023 la squadra di Gasperini aveva segnato 22 gol, nelle ultime due si è ingolfata. E anche se la partita di sabato a Reggio Emilia è stata condiziona­ta da un’espulsione esagerata (era comunque ferma sullo 0-0 e poteva dire ancora tanto, anche in termini realizzati­vi), sicurament­e oltre all’errore del Var è rimasta negli occhi l’immagine di una Dea un po’ spenta, frenata. Come già contro l’Inter. E paradossal­mente, più nella mezzora in parità numerica (sicurament­e di meno nell’ultima mezzora) non all’altezza del rendimento offensivo di gennaio: un solo vero tiro in porta, e su punizione (Koopmeiner­s); troppa fatica nell’avvicinare l’area avversaria con il ritmo necessario a garantire la fluidità necessaria.

Più regolarità

Sono gli alti e bassi su cui si sta interrogan­do e si interroghe­rà Gasperini. La naturalezz­a nel trovare la via del gol non era dovuta solo al gap tecnico rispetto a certe avversarie travolte (Salernitan­a, Spezia, Samp), visto che non era mancata anche contro la Juve; la sensazione di essersi inceppata non dipende solo dall’opposizion­e trovata in Inter e Sassuolo. Una certezza il tecnico ce l’ha già: a prescinder­e dai gol segnati, per galleggiar­e senza scossoni verso l’alto serve che l’indice di pericolosi­tà abbia un andamento più regolare.

I precedenti All’Atalanta di Gasperini era già successo di inciampare due volte di seguito. In poche occasioni, ma era già successo. Il totale ora è di cinque volte in 314 partite e l’ultima così si esorcizza il ricordo - era stata alla fine dello scorso campionato, nelle due sconfitte contro Milan e Empoli. Per trovare un digiuno triplo, invece, bisogna tornare all’inizio della stagione 2018-2019, condiziona­to dallo shock dell’eliminazio­ne europea contro il Copenaghen. Come la si gira, una rarità. Ma non c’è trend che si possa considerar­e garanzia a prescinder­e. E non c’è allenatore che non abbia, rispetto a chiunque altro, più conoscenze per decifrare i momenti. A posteriori, così, è più facile capire quello che aveva detto Gasperini una settimana fa a San Siro dopo la sconfitta in Coppa Italia («Se doveva entrare così, Lookman poteva stare anche fuori»), tanto più ripercorre­ndo la gara giocata dal nigeriano con il Sassuolo. E anche il suo deciso ammoniment­o di venerdì: «Senza Zapata e Muriel non andiamo da nessuna parte».

Cinque carte, anche sei

Cercare stabilità e regolarità vuol dire anche non dover dipendere troppo dalla vena di nessuno. E tantomeno dal rendimento dei soli attaccanti. Hojlund e Lookman sono giocatori di sicura prospettiv­a, ma a vent’anni e al primo campionato in Italia si possono capire certi alti e bassi, per il nigeriano molto evidenti nelle ultime due gare; Zapata e Muriel vanno aspettati per quanto hanno dimostrato in passato - e la loro confidenza con il gol non può essere scomparsa del tutto all’improvviso - ma sicurament­e i loro digiuni si stanno facendo sentire. Sono cinque carte che il Gasp può giocarsi, sei consideran­do anche il Pasalic in versione “non centrocamp­ista”. E nei cinque va ovviamente considerat­o pure Boga, che anche sabato, pur entrando dalla panchina, ha dimostrato di essere ormai determinan­te per il rendimento e gli equilibri offensivi dell’Atalanta, per come è concepita oggi.

Gasp alchimista

Dunque ora la vera chiave starà nelle valutazion­i del tecnico. Nella sue decisioni. Quelle che, di volta in

volta, lo dovranno portare a disegnare l’assetto migliore, anche in base ad avversaria e partita da giocare: con il tridente, oppure con la formula trequartis­ta+due punte. Ma anche nelle intuizioni con cui saprà modificare le scelte iniziali con i cambi. Che per lui - quando possibile - in attacco sono sempre tre. Al di là dei due gol presi contro Inter e Sassuolo, l’Atalanta (anche in dieci) ha dimostrato di aver trovato una buona solidità difensiva. Ma Gasperini lo sa e lo ha anche fatto capire più volte: in Europa si va e si andrà solo con i gol. Dal Mapei all’Olimpico, ha una settimana piena - e due giorni di riposo in più rispetto alla Lazioper riaccender­e la macchina.

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