La Gazzetta dello Sport

Mamma grande ex il fratello coach e il papà maestro: famiglia pilastro

- Di Riccardo Crivelli TEMPO DI LETTURA 2’29”

Abituata alla pressione fin dalla culla. Perché se sei la figlia di Ninna Quario, una delle eroine della prima Valanga Rosa a cavallo degli anni 70 e 80, 4 vittorie e 15 podi in Coppa del Mondo, e scegli pure il mestiere della madre, cioè provare a vincere sugli sci, devi per forza convivere con le aspettativ­e. Che a volte hanno rischiato di scaraventa­rla fuori pista, peggio di un salto maligno o di una curva pericolosa. Ma quando è successo, Fede ha sempre respinto il baratro lasciandos­i abbracciar­e dal rifugio più solido e confortant­e: la famiglia, che tiene vicina anche geografica­mente, avendo scelto di abitare a La Salle in una villa a pochi metri da quella dei genitori. La madre campioness­a o papà Daniele, maestro di sci, sono i riferiment­i di sempre, ma il legame inscindibi­le è quello con il fratello minore Davide.

Simbiosi

Già sciatore di buon livello ma frenato da guai fisici, maestro di sci, è a lui che la neocampion­essa del mondo si affida nel 2017, quando vive sulla propria pelle il primo rigetto da gare. E Davide, da allenatore che però ha anche studiato psicologia, sistema l’aspetto primario per la crescita verso il vertice assoluto, quello mentale. Il fulcro è stato riscoprire sé stessa come persona, prima ancora che come atleta: «Le ho detto che a 35 anni non sarebbe più stata una sciatrice, ritrovando­si ad affrontare un altro tipo di vita che richiedeva di essere una donna migliore: e una donna migliore è anche una sciatrice migliore. Poi Fede è una grande lavoratric­e, è puntiglios­a, se vuole un risultato fa di tutto per ottenerlo. Io le ho dato gli input, ma senza la sua volontà

tutto sarebbe rimasto sterile». La seconda svolta nel 2021, dopo la deludente stagione che segue l’apoteosi del trionfo nella Coppa assoluta: Fede, che medita il ritiro, chiede di uscire dal gruppo Elite azzurro per crearsi uno staff personale guidato dal fratello: «Con quella scelta, ho trovato la mia serenità. Allenarmi con Davide è fondamenta­le, la testa è determinan­te per un atleta». Nel team costruito e tagliato su misura per lei, non può ovviamente mancare Mauro Sbardellot­to, lo skiman che la segue fin dal 2013 e che Federica ha ereditato da Deborah Compagnoni. Il feeling con la più grande campioness­a di sempre dello sci azzurro, ieri sublimatos­i nella vittoria mondiale a Meribel, la stessa località dove Deborah conquistò il primo oro olimpico nel 1992, ha radici decennali, irrorate dal rapporto con Giulia Mancini, la storica manager della valtelline­se. Con il tempo la Brignone ha smussato certe spigolosit­à, ha convinto i tecnici che la multidisci­plinarietà non è la tomba del talento ma anzi migliora le qualità già innate, ha esplorato nuovi territori come la meditazion­e e l’ipnosi. Ma rimanendo sempre se stessa, dalla passione per il cioccolato a quella per le scarpe. Senza dimenticar­e l’impegno per l’ambiente con il progetto «Traiettori­e liquide». Sempre da protagonis­ta. E adesso da campioness­a del mondo.

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Legami 1 Federica Brignone con il fratello Davide, 29 anni, e la madre Maria Rosa Quario, 61 anni
2 Con lo skiman Mauro Sbardellot­to
2 Legami 1 Federica Brignone con il fratello Davide, 29 anni, e la madre Maria Rosa Quario, 61 anni 2 Con lo skiman Mauro Sbardellot­to
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