BOOM BOOM RIECCO DV9 Vlahovic: «Non sono ancora al massimo E ringrazio Di Maria»
Il centravanti rinasce: «Noi attaccanti viviamo per i gol, Angel è stato gentile a lasciarmi il rigore. Avanti compatti!»
Edopo 115 giorni, riecco Dusan. Era dal derby con il Torino del 15 ottobre che la Juventus non festeggiava un gol di Vlahovic. A Salerno ne sono arrivati addirittura due, perché il serbo dopo essersi sbloccato, su rigore generosamente concesso dal tiratore designato, Angel Di Maria, si è liberato anche mentalmente, dominando il resto della gara come non si vedeva da tempo. Una prova da centravanti totale, con un paio di giocate tipiche di un calciatore che ha ritrovato la fiducia dei tempi migliori, senza quei segnali di nervosismo lanciati qua e là nel corso della stagione.
Al top L’aveva detto Massimiliano Allegri alla vigilia. «Vlahovic sta benissimo fisicamente, anche meglio di quando era arrivato dalla Fiorentina». Le prestazioni balbettanti nello spezzone contro il Monza e in Coppa Italia contro la Lazio erano servite solo da rodaggio. Ma al di là della condizione atletica, è nella testa di Dusan che pare essere scattata la molla. Merito anche di Di Maria, a cui il serbo ha chiesto platealmente di cedergli il penalty che ha avviato la larga vittoria di Salerno. «Lo ringrazio – dirà poi Vlahovic a fine gara -. Noi attaccanti viviamo di gol e per me era troppo importante». Il Fideo, che di campioni se ne intende, ha con ogni probabilità capito il momento e ha dato rapidamente il suo assenso. Così, sul dischetto si è presentato Vlahovic, che sui rigori non è di certo un novellino (14 segnati su 15 calciati in Serie A, il migliore per percentuale tra tutti i calciatori attuali del nostro campionato): Ochoa battuto e prima rete del 2023. Da lì in poi, Dusan è diventato una furia. Subito un tiro al volo fuori di poco, quindi un diagonale a lato fuga sulla sinistra, infine il gol del tris bianconero che ha mandato in ghiaccio la trasferta dell’Arechi. E pure un assist sia per Di Maria (traversa) che per Chiesa (tiro a lato), tanto per far vedere che un numero nove non sa solamente fare gol, oltre al passaggio involontario per il raddoppio di Kostic. «Ma la cosa importante è che ha vinto la Juve – spiega il centravanti -. Erano tre partite che non arrivavano i tre punti. Se la squadra vince, il singolo poi esce per forza».
Intesa Vero, ieri all’Arechi in tanti hanno fatto bene tra i bianconeri. Ma la menzione d’onore va alla coppia d’attacco. Proprio con Di Maria l’intesa pare tornata quella vista alla prima di campionato contro il Sassuolo, quando la stagione prometteva ben altri traguardi. E, non a caso, la data di Ferragosto era segnata in rosso sul calendario personale di Vlahovic: in quella partita con i neroverdi era arrivata la sua unica doppietta stagionale. Poi, prima sul campo e poi fuori, le cose sono scivolate su binari complicati. Basta un dato: l’ultima partita in cui Vlahovic e Di Maria erano partiti insieme dal 1’, contro il Maccabi ad Haifa in Champions, finì in disfatta, anche per l’infortunio occorso all’argentino. A Salerno, finalmente, è ritornato pure l’ottimismo, con Di Maria uscito solo per dare minuti e calcio anche a Federico Chiesa, il grande amico di Dusan.
Risposta La doppietta alla Salernitana metterà a tacere, aldopo meno per un po’, le voci di mercato arrivate dall’Inghilterra nelle scorse settimane. «Vlahovic non ha più voglia di Juve, sogna la Premier». Sarà, ma intanto è tornato trascinatore. Quello che in casa bianconera sperano accada anche con Paul Pogba. Ieri, prima della gara, il Chief Football Officer bianconero, Francesco Calvo, ha smentito le voci sul possibile addio del centrocampista francese. «Paul per noi è stato un acquisto molto importante ed è un acquisto di lungo periodo. Ci sono stati degli imprevisti, ma aspettiamo fiduciosi che torni in campo». In campo, intanto, si è rivisto eccome il vero Dusan.