La Gazzetta dello Sport

«Bene per un’ora, però non dobbiamo gigioneggi­are...»

«Era una partita da vincere e lo abbiamo fatto Non è semplice stare concentrat­i dopo il -15»

- Di Marco Guidi

In fondo, deve avergli portato fortuna. Massimilia­no Allegri, un tipo notoriamen­te scaramanti­co, aveva parlato di scontro diretto con la Salernitan­a, dopo aver usato la parola salvezza per la prima volta da quando allena la Juventus. Chissà se Max ci crede davvero. Il messaggio, però, deve essere arrivato bene alle orecchie dei suoi calciatori. Da allora sono arrivate la vittoria in Coppa Italia sulla Lazio e il netto 3-0 di Salerno. «Niente corto muso», se la ride il tecnico livornese a una battuta di un cronista locale in sala stampa. Siparietto che poi lascia spazio alla faccia seria di chi fa notare che «la Juve sul campo sarebbe terza con 41 punti, molti se lo dimentican­o». Verità inoppugnab­ile, come quella su di una classifica che, causa penalizzaz­ione, vede la Juve a quota 26, lontana da chi lotta per la Champions. «Intanto cominciamo a farne 40, di punti, poi vediamo…».

Obiettivi

Il 3-0 alla Salernitan­a, insomma, non allontana del tutto i cattivi pensieri. Almeno fin quando accanto al nome Juventus in classifica ci sarà un segno meno. Per questo Allegri fatica a porsi obiettivi a lunga gittata. «E’ semplice, di volta in volta proviamo a prendere chi ci sta davanti – spiega l’allenatore bianconero -. Anche per tornare stabilment­e nella parte sinistra della classifica». Eppure, a paroposto:

le almeno, Max continua a tenere alto il campanello d’allarme. «Non ero io a dire che contro la Salernitan­a era uno scontro diretto, ma la classifica, dopo che avevamo fatto un punto nelle ultime tre giornate: se in questa partita avessimo perso, saremmo stati scavalcati, quindi...». All’Arechi, però, è filato tutto liscio. O quasi. «Abbiamo fatto un ottimo primo tempo e bene per 60’, ma nell’ultima mezz’ora abbiamo mollato un po’ e concesso tanti tiri all’avversario. Su questo dobbiamo lavorare, perché non va bene».

Positivi

Allegri, naturalmen­te, riconosce anche il buono che si è visto all’Arechi. Dal ritorno di Vlahovic («Importante per noi») a un Di Maria ispiratiss­imo («Mi facesse sempre 60’ così sarei a

oggi è stato bravo anche in fase difensiva, oltre che delizioso nel resto»), fino a tutto il collettivo dei suoi ragazzi. Che «sono molto responsabi­li: possiamo dirci e raccontarc­i tante cose, ma non era e non è semplice tenere la testa sul campionato dopo che ti hanno tolto 15 punti». Poi certo, si può sempre fare meglio. «Anche nei primi 10’, quando la circolazio­ne della palla era un po’ lenta. Ma contro la Salernitan­a non pensiate fosse facile come farebbe pensare il risultato». Un 3-0 largo e per una volta sì, accantonat­o il corto muso. «Non è che ci è capitato spesso quest’anno», ride di gusto Max prima di tornare dai suoi ragazzi.

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AFP Il tecnico Massimilia­no Allegri, 55 anni, con Di Maria prima del cambio

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