La Gazzetta dello Sport

Uomo in più in costruzion­e e parate nei momenti decisivi Quanto manca Magic Mike

- Di Alex Frosio

Un palazzo si comincia a costruire dalle fondamenta e il Milan ha edificato il suo scudetto proprio dal basso, dalle solide mani (e piedi) di Mike Maignan. Il francese è stato il miglior portiere della stagione 2021-22. Le sue parate sono state determinan­ti in più occasioni, ma paradossal­mente la sua assenza ha pesato più nello sviluppo del gioco rossonero che nella reattività tra i pali. Magic Mike - già migliore del ruolo nella Ligue 1 2018-19 - è un portiere moderno, della stirpe dei Neuer: uno “sweeperkee­per”, cioè un portiere-libero, che rappresent­a un vero e proprio uomo in più nella costruzion­e dal basso. In questa sua interpreta­zione, Stefano Pioli lo ha usato con altissimo rendimento per allestire il suo Milan proiettato in avanti.

Tecnica e tempi di gioco

Quando c’è Maignan, l’inizio dell’azione rossonera può tenere due soli difensori davanti a lui anzi, praticamen­te in linea con lui - e alzare di conseguenz­a in terzini. L’abilità con i piedi del francese gli permette (gli permetteva...) di giocare sul corto per attirare il pressing avversario e poi lanciare con precisione, soprattutt­o verso i terzini o verso la torre-Giroud, per sfruttare la parità o addirittur­a la superiorit­à numerica nella metà campo avversaria, giocando poi se necessario sulla seconda palla grazie alla presenza dei centrocamp­isti e del trequartis­ta già avanzati. Non è solo la tecnica, a sancire l’importanza di Maignan. È anche la sua padronanza. Il portiere ha una tale confidenza con il pallone tra i piedi da essere in grado di decidere i tempi della giocata: i lanci non sono (quasi) mai un rinvio affrettato, un disimpegno in alleggerim­ento, ma una scelta ragionata. Con Tatarusanu è cambiato tutto. Il romeno è un portiere più vecchio stile e non ha la stessa sicurezza che infonde Maignan: le reazioni dei compagni nei suoi confronti sono abbastanza eloquenti. Per questo il Milan ha dovuto addirittur­a cambiare forma, anche prima di quella iperconser­vativa vista nel derby. Senza un costruttor­e lucido in porta, Pioli ha dovuto aggiungere un terzo difensore (di solito Calabria) per l’inizio azione, con conseguent­e arretramen­to di un’ala Saelemaeke­rs o Messias - in linea con Theo. Basta un banale conteggio aritmetico per capire che il Milan così già inizia con un uomo in meno davanti. E davanti si arriva pure con meno pulizia, perché i lanci di Tatarusanu non sono precisi e

soprattutt­o ragionati come quelli di Maignan.

Al momento giusto

Il francese poi ha impiegato le sue arti magiche anche in porta. Il suo contributo sullo scudetto è stato imponente. Parate strepitose e, soprattutt­o, compiute al momento giusto. Come un Djokovic che non sbaglia mai sui punti importanti. Roma a San Siro: sul 2-1, doppia parata su Mkhitaryan e Ibanez. Derby di ritorno: sullo 0-0 due chiusure pazzesche su Brozovic (deviato) e Dumfries. Con l’Udinese in casa salva l’1-1 su Deulofeu al 93’. E poi forse la misconosci­uta parata scudetto: sullo 0-0 con la Fiorentina alla quartultim­a di campionato chiude sul primo palo una capocciata di Cabral, Leao pochi minuti dopo fissa una vittoria determinan­te. L’elenco si è allungato con le poche presenze di quest’anno: nel derby di andata ricordate il riflesso basso su testa di Lautaro o il volo sul tracciante di Calhanoglu all’incrocio? Un portiere così manca. Difficile trovarne uno bravo con i piedi allo stesso modo, sono pochissimi. Ma per l’abilità tra i pali qualche opzione c’era: Ochoa, tanto per fare un nome appena arrivato in Italia, avrebbe forse alleviato l’assenza di Magic Mike...

 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy