Ancelotti a caccia del terzo Mondiale
Tante assenze e il ko di Maiorca che brucia: ma il Real Madrid è favorito sull’Al Ahly
No, nessun ultimatum per Carlo Ancelotti. Anche se il Madrid non dovesse vincere il Mondiale per Club Florentino Perez non prenderà decisioni drastiche in tempi brevi, anche perché il calendario dei campioni d’Europa è talmente sovraccarico (10 partite in 32 giorni tra il 2 febbraio e il 5 marzo, con il Mondiale per Club, il Liverpool in Champions e il Barcellona in Copa del rey) che non ci sarebbe tempo di pianificare come si deve un Piano B. Però è chiaro che su Carlo sta aumentando la pressione. La sconfitta di Maiorca ha lasciato il segno, l’ha ammesso lo stesso Ancelotti, ed è attesa una reazione immediata. Ma l’esame della stagione dell’allenatore italiano che solo pochi mesi fa ha vinto Liga e Champions è programmato per giugno, non per stasera o per sabato.
Egiziani carichi
L’occasione per rilanciarsi è propizia: oggi a Rabat nella seconda semifinale del Mondiale per Club il Madrid affronta l’Al Ahly, gigante che è considerato il Real africano. In palio la finale di sabato contro la sorpresa l’Al Hilal. La squadra del Cairo in questo torneo ha già superato in scioltezza i neozelandesi dell’Auckland City (3-0) e con qualche patema in più gli americani dei Seattle Sounders (1-0). Ora sperano di potersi prendere lo scalpo più illustre di tutti e per caricarsi ricordano come se si fosse giocato ieri un successo in amichevole contro il Real Madrid galactico dell’agosto 2001. Sulla carta però non c’è partita.
In difesa di Vini
Ieri Ancelotti ha parlato molto poco, un pugno di domande, la maggior parte su temi irrilevanti, ma si è parecchio accalorato nella difesa di Vinicius, il tema più discusso di questi giorni in Spagna. «Il problema non è Vinicius ma il calcio spagnolo. Ed è un problema che dobbiamo affrontare e risolvere. Vinicius non è il colpevole, è la vittima di qualcosa che io non riesco a capire». Il brasiliano è finito nell’occhio del ciclone per le continue polemiche che si generano attorno a lui: gesti, parole, falli, screzi, balli, dribbling, tutto viene amplificato e poi passato al microscopio e il ragazzo sembra essersi perso in questo calderone. Nelle ultime 8 partite lontano dal Bernabeu, dove la pressione nei suoi confronti è decisamente più alta, zero assist e zero gol. E senza
Benzema Ancelotti ha bisogno del miglior Vinicius. Anche perché Rodrygo va a sprazzi come Asensio e Valverde è giù di forma dal Mondiale.
Pronti a partire
Benzema è rimasto a Madrid con i titolari Courtois, Militao e Mendy e i panchinari fissi Hazard e Mariano. Il francese come il belga e il brasiliano però stanno recuperando bene dai propri acciacchi e ieri Ancelotti ha fatto sapere che in caso di finale per il primo posto giovedì prenderanno l’aereo per Rabat e sabato saranno della partita. Stasera però Carlo dovrà fare a meno di loro, e per questo ha portato con sé quattro canterani. Assenze pesanti, ma il Madrid resta ovviamente superiore a una squadra le cui stelle giocano nella nazionali di Egitto, Sudafrica o Mali.
Carlo sicuro
E poi ci sono i ricordi. In Marocco, a Marrakech, poco più di 9 anni fa Carlo ha vinto il secondo dei suoi due Mondiali per Club (il primo fu col Milan, nel 2007 a Yokohama): fu il suo ultimo trofeo nel suo primo regno al Real Madrid perché poi la prima parte del 2015 fu disastrosa e a giugno Perez calò la ghigliottina chiamando Rafa Benitez. Ancelotti è convinto che la squadra stia migliorando, nonostante il rovescio alle Baleari. Altrimenti, anche senza ultimatum, la pressione salirà ancora. Perché al Real Madrid è così: «L’esigenza qui è sempre altissima, è normale, bisogna valutare tutto al meglio – ha chiuso Ancelotti alla vigilia della semifinale –. La sconfitta di Maiorca ci ha fatto male, abbiamo avuto degli infortuni come tante altre squadre perché il calendario è terribile, però la squadra sta crescendo e la mia sensazione è precisa: faremo bene».