Coraggio e idee nuove Il Biscione prepara l’addio in grande stile
Il contratto con Sauber è in scadenza: arriva Audi dal 2026. Il dopo Vasseur con Seidl e Alunni Bravi
Intanto abbiamo visto una macchina nuova e non solo una livrea. Ed è già molto più di qualcosa. Sappiamo già forme e caratteristiche della nuova Alfa-Romeo. Che sarà anche l’ultima. A fine anno scade infatti l’abbinamento, molto di facciata, con la Sauber. E il 2023 sarà quindi anche in un certo senso l’ultima corsa di questa che era stata una visione di Sergio Marchionne.
Coraggio A Zurigo ieri è stata svelata la C43, denominazione che mantiene la tradizionale progressione e la perenne dedica romantica: C sta per Christine, moglie di Peter Sauber, fondatore della scuderia svizzera. Ma la continuità finisce lì: nel senso che si tratta di una vettura davvero innovativa. A cominciare dalla colorazione: sparito il bianco, anche per via della dipartita dello sponsor Orlen (che ha cambiato grafia di Alpha, è passato sulle fiancate dell’AlphaTauri), si è optato per un aggressivo rosso-nero. Nero a suo modo furbesco, visto che si tratta in pratica di sezioni non verniciate, per risparmiare sul peso. Ma l’esito è anche esteticamente gradevole. Ben altre sono le novità sotto l’aspetto pratico. A cominciare dalle pance in stile Red Bull, con le bocche dei radiatori lunghe e strette, così che le fiancate possono essere più spioventi, per convogliare i flussi verso il basso. Geometria e dimensioni del motore Ferrari, unitamente al cambio radicale di sospensioni posteriori (pull-rod al posto delle push-rod dell’anno scorso), hanno permesso una nuova gestione degli spazi nel retrotreno per un’aerodinamica del tutto rinnovata. Parecchio innovativo anche il fondo, con una serie di nove profili, una dentellatura composta di nove flap: soluzione mai vista. In definitiva la nuova Alfa è una monoposto coraggiosa. Il direttore tecnico, Jon
Monchaux, ha osato, a differenza di quanto deciso per la C42 dell’anno passato. Segno che la novità regolamentare (l’innalzamento di 15 mm) è stata ben assorbita, ma che anche la filosofia generale dell’effetto-suolo è digerita.
Senza Fred
Il d.t. Monchaux peraltro rappresenta la continuità in un team che ha cambiato i vertici. Fred Vasseur, come ben noto, è passato alla Ferrari. E’ arrivato Andreas Seidl, dalla McLaren, per preparare l’epoca Audi. Che di fatto sarà tale, coi motori di Ingolstadt, dal 2026, ma che in un certo senso è già cominciata. Seidl però sarà a.d. Faccia e voce dell’Alfa sarà l’italiano Alessandro Alunni Bravi, già da alcune stagioni nel consiglio di amministrazione, sempre presente tra hospitality e garage a studiare – nomen omen – seppure attentissimo a non comparire. E ora team Representative e managing director. «Le strutture delle squadre non sono fisse — ha spiegato — lavorerò con l’aiuto di Xevi Pujolar, capo ingegnere di pista, e Beat Zehnder, direttore sportivo. Inol
tre sarò il referente del team per Fia, F.1 e media». Di fatto la carica di team principal sarà quindi divisa tra più figure. Confermati i piloti: con Valtteri Bottas ormai tra i più esperti, e con Guanyu Zhou, primo cinese della storia della F.1, che ha dimostrato di meritarsi il posto.
Da migliorare Di certo non sarà facile far meglio della passata stagione: non tanto in termini di punti (55), quanto di piazzamento. Anche solo per replicare il sesto posto in comproprietà con l’Aston Martin servirà migliorare soprattutto sotto due aspetti. In primis l’affidabilità, ieri lo ha ripetuto più volte lo stesso Monchaux. Anche perché nel 2022 i ritiri sono stati 10. L’altro proble- ma è stata l’efficacia degli sviluppi. A Montreal, dopo appena 9 GP, il team aveva 51 punti. Per poi raccoglierne solo 4 nei successivi 13. Ma chissà che il coraggio e le tante novità non paghino.