QUI SESTO Un’area immensa pronta per il calcio «No a due club»
Quanti sono un milione e mezzo di metri quadrati? Uno spazio sterminato, le aree dismesse più grandi d’Europa. La grande carta di Sesto San Giovanni per ospitare San Siro è il territorio che fino agli anni ’90 era occupato dalle acciaierie Falck, inutilizzato alla chiusura degli stabilimenti e ora in attesa di nuova destinazione. Se altrove - a San Siro e anche a Rozzano - lo spazio può diventare un problema, a Sesto la questione non si pone. Nella sfida politica a distanza con la grande Milano, la piccola Sesto punta sulla rapidità. In città hanno già deciso: se il Milan vorrà - e magari l’Inter seguirà - troverà strada libera. In fondo, di uno stadio a Sesto San Giovanni si parla da quasi dieci anni.
La storia Nel 2014 Barbara Berlusconi, amministratore delegato del Milan come Adriano Galliani, per il nuovo stadio del club ragionava anche su Sesto. Nel 2017 il sindaco Roberto Di Stefano diceva: «Propongo alla società di considerare le aree Falck». Il tempo passa, gli scenari non cambiano. Di Stefano, sindaco leghista, è stato rieletto, a conferma del fatto che Sesto non è più la Stalingrado d’Italia. E la proposta per Milan e Inter resta sul tavolo. «Saremmo pronti da subito. L’area è privata e il suo proprietario è d’accordo sulla cessione, l’amministrazione comunale è concorde», ha detto Di Stefano a maggio. E oggi rilancia: «Se il Milan decidesse tra marzo e aprile, per noi sarebbe perfetto. Dobbiamo uscire a breve con il bando delle opere pubbliche a scomputo oneri sulle aree Falck e sì, possiamo aspettare il Milan. Se loro scegliessero Sesto, noi usciremmo a ruota. Se si aspettasse, la situazione si complicherebbe».
Pro e contro Lo stadio stesso è un organismo complesso. Non si tratta soltanto di costruire un impianto da 6070mila persone per il calcio, c’è da considerare la viabilità, i parcheggi, un museo, le aree commerciali nelle aree circostanti. Sull’area delle Falck sono già state effettuate opere di demolizione e bonifica e questo, per un Milan che corre, è certamente un vantaggio. Allo stesso tempo, trattandosi di un’area privata, non sarebbe necessario il dibattito pubblico visto a Milano. I tempi però non sarebbero rapidi. Tra decisione, definizione del progetto e accordi a 360 gradi, i lavori non comincerebbero prima di due anni. A Sesto sono già state fatte interlocuzioni informali con Scaroni, presidente del Milan, che si è informato su tempistiche, disponibilità e situazione dell’area. Gerry Cardinale, fondatore del fondo RedBird proprietario del Milan, invece è stato in visita nei giorni dello scudetto, a fine maggio. Ora però si tratterebbe di accelerare. Di più, di stringere un’alleanza destinata a cambiare la storia del Milan e della città.
La città Sesto San Giovanni è una città di oltre 80mila abitanti a nord di Milano. Con la metropolitana, in poco più di