Stress Mondiale? Ma quando mai... De Roon e Koop non si fermano più
Gli olandesi centrali nel progetto di Gasp Sostanza, leadership e duttilità per portare la Dea in alto
L’effetto del Mondiale andrà valutato soltanto a fine stagione, ma le fatiche in Qatar non sembrano avere toccato il centro di gravità permanente dell’Atalanta di Gasperini. Perché nella Dea possono cambiare sistemi di gioco, uomini e interpretazioni dello spartito, ma la certezza è che guidano gli olandesi. Sui 24 giocatori attualmente in rosa utilizzati, Koopmeiners e De Roon sono gli imprescindibili. Lo dice il minutaggio in campionato: 1754’ per Koop (20 presenze su 21, assente solo per squalifica), 1524’ De Roon (19 presenze, avendo saltato due sfide per un lieve infortunio). I due olandesi sono centrali in tutti i sensi e hanno anche il merito di sapersi adattare in altri ruoli.
Veterani
Il 24enne ex AZ Alkmaar sa incidere anche sulla trequarti, garantendo sostanza e pericolosità sia nel mandare in porta i compagni sia nel trovare la porta con il suo sinistro telecomandato. Quando l’Atalanta aggredisce la partita, lega i reparti esaltandosi nel corto, se invece si preferisce abbassare il baricentro per scatenare i contropiedisti, l’olandese che sembra molto più maturo della sua età è fondamentale con i cambi di gioco e le fiondate a innescare Lookman e compagnia. E il vizietto del gol (4 nel torneo scorso, già 6 in questo) non fanno felici solo quelli che l’hanno comprato al fantacalcio.
Veterano Marten
De Roon è più interditore e non a caso può giocare anche nei tre dietro. A lui non si può rinunciare per preservare gli equilibri di squadra e a lui vengono affidate le missioni speciali (vedi marcatura su Frattesi sabato scorso). De Roon è il leader silenzioso, quello che corre per due e non va a caccia dei riflettori. Quello che va in aiuto di tutti, serissimo in campo quanto spassoso fuori.