La Gazzetta dello Sport

Dalla Calabria a c.t. del Belgio: «Sono felice, voglio l’Europeo»

L’ex del Lipsia: «Sacchi, Lippi e Conte idoli. Fiducia nel team. E De Bruyne sorriderà di nuovo»

- Di Iacopo Iandiorio

Il ragazzo di Rossano, pardon l’ingegnere, ha fatto tanta strada. Negli anni 50 gli italiani andavano a Marcinelle e dintorni per lavorare nelle miniere. Ora si va a Bruxelles per guidare Les Diables Rouges. Perché sia chiaro, Domenico Tedesco, l’ingegnere industrial­e, 37 anni, è italiano vero. Anche se appena dopo 2 anni dalla nascita nel cosentino la famiglia emigrò nella zona di Stoccarda. Il Belgio l’ha voluto per sostituire lo spagnolo Roberto Martinez, ora al Portogallo, che ha mollato dopo il deludente Mondiale in

Qatar, ma anche un terzo posto nel 2018.

Golden Ecco,

Tedesco eredita la golden generation ormai al viale del tramonto. Ma ieri al sito della federcalci­o belga, con cui ha firmato fino all’Europeo del 2024 in Germania, ha spiegato che «subito ho pensato a quanto forte sia questo team, e alla possibilit­à di qualificar­ci per i prossimi Europei. Voglio parlare con i giocatori per capire cosa andava e cosa non funzionava prima, cosa c’è da migliorare e restare sempre in contatto con loro anche quando non saranno convocati. Ma non discuto se sono giovani o vecchi, prima di tutto scelgo i migliori. Penso che in Belgio di bravi ce ne siano tanti. Li vedrò tutti, dal vivo o in tv e poi sceglierem­o con lo staff». E in conferenza stampa aveva spiegato: «De Bruyne non sorrideva al Mondiale? Se dici questo, allora è chiaro che dobbiamo parlare con i giocatori per renderli felici, ma soprattutt­o motivati».

Idoli Tedesco ha confessato, e l’aveva detto alla Gazzetta già ad aprile scorso, che i suoi modelli sono «Sacchi, Lippi, Antonio Conte, tutti ottimi c.t. dell’Italia. Mi piace avere il possesso palla – ha aggiunto ieri -, essere dominante, segnare molto, creare tante chance ma è il mio debutto devo parlarne anche con loro, i giocatori». E all’ex c.t. belga Wilmots che aveva detto «Tedesco è un allenatore­computer. Gli bastano una tuta e un laptop e funziona bene. È arrivato 2° in campionato con lo Schalke, il che è davvero notevole», ha risposto: «Non è il computer la cosa più importante. Ma la relazione coi giocatori. Non dormo col laptop. Importante è parlare con loro, avere fede in loro e trasmetter­la e saper discutere di ogni questione. Essere onesti, parlare chiaro, avere fiducia».

Carriera

Messaggio preciso. Si era parlato in queste settimane di un interesse di Tedesco per l’Hoffenheim. Ma lui ha raccontato un retroscena curioso: «Il giorno in cui ho letto che Martinez ha lasciato ho chiamato il mio press office Carsten Meyer e gli ho chiesto: “Come posso fare per avere questo incarico da c.t.?”. Penso che ciò spieghi già molto quanto sia felice ora». Tedesco non si è mai pentito di aver lasciato l’azienda per cui lavorava a 28 anni come ingegnere, su commission­e della Daimler. Ha viaggiato, ha guidato lo Schalke al 2° posto nel 2018 in Bundesliga, idem con lo Spartak Mosca nel 2021, poi ha vinto la Coppa di Germania al Lipsia a maggio scorso, primo trofeo del club della Red Bull. E ora una nazionale. «Il girone per Germania 2024 è difficile, ci sono la Svezia e l’Austria», che ha appena battuto l’Italia in amichevole. Ma il ragazzo di Calabria non potrà mancare proprio l’appuntamen­to nella sua seconda patria. Quella che l’ha accolto e cresciuto. In bocca al lupo, Mimmo.

Il suo futuro Ha firmato fino al 2024. Nel girone di qualificaz­ione ci sono anche Svezia e Austria

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