La Gazzetta dello Sport

Quando Elena ai Mondiali dedicò l’argento a Pantani

Spiegò dopo il 2° posto in discesa «Vinse a Montecampi­one, ero lì Ci ha regalato emozioni uniche»

- Di Francesco Ceniti

edico questa medaglia a Marco Pantani: è morto da un anno, io l’ho pensato anche oggi uscendo dall’albergo e vedendo la sua foto». Elena Fanchini non ha ancora compiuto 20 anni il 6 febbraio 2005: si presenta dai giornalist­i con l’argento Mondiale in mano (appena conquistat­o nella discesa di Santa Caterina Valfurva), un sorriso infinito e una dedica molto particolar­e. Una sciatrice di successo nel nome di Marco, del Pirata di Cesenatico. La neve che incontra il mare. «Perché, Elena?», chiesero i cronisti. E lei spiegò: «Ero una ragazzina tredi

«Dcenne quando nel 1998 il Giro d’Italia arrivò a Montecampi­one a poche centinaia di metri da casa mia. Con mamma, papà e le mie sorelle Nadia e Sabrina salimmo con largo anticipo per essere il più vicino possibile alla zona d’arrivo: ci riuscimmo perché conosciamo ogni angolo di quella montagna, dove ho imparato a sciare. Pantani era già il nostro idolo, mio padre quando parlava di lui aveva sempre le lacrime agli occhi. Lo vedemmo arrivare in maglia rosa e quella sua vittoria mi regalò un’emozione unica. Impossibil­e dimenticar­e Pantani: è stato uno degli atleti capace di catalizzar­e l’interesse del mondo intero. Ed è morto in modo assurdo, da solo. Una fine ingiusta, ma vive nel cuore dei tifosi. Vive pure nel mio cuore: ecco perché questo argento è dedicato a lui». Parole che lasciarono il segno ed ebbero un seguito un paio di giorni dopo quando un giornalist­a di “Brescia Oggi” decise di regalare alla Fanchini proprio la maglia rosa indossata da Pantani dopo la tappa di Montecampi­one, corredata dalla bandana del Pirata e il pass del Giro con autografo. Ed Elena indossò quella maglia non riuscendo a trattenere le lacrime. Da ieri le lacrime degli sportivi italiani (e non solo) sono per lei.

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