Quando Elena ai Mondiali dedicò l’argento a Pantani
Spiegò dopo il 2° posto in discesa «Vinse a Montecampione, ero lì Ci ha regalato emozioni uniche»
edico questa medaglia a Marco Pantani: è morto da un anno, io l’ho pensato anche oggi uscendo dall’albergo e vedendo la sua foto». Elena Fanchini non ha ancora compiuto 20 anni il 6 febbraio 2005: si presenta dai giornalisti con l’argento Mondiale in mano (appena conquistato nella discesa di Santa Caterina Valfurva), un sorriso infinito e una dedica molto particolare. Una sciatrice di successo nel nome di Marco, del Pirata di Cesenatico. La neve che incontra il mare. «Perché, Elena?», chiesero i cronisti. E lei spiegò: «Ero una ragazzina tredi
«Dcenne quando nel 1998 il Giro d’Italia arrivò a Montecampione a poche centinaia di metri da casa mia. Con mamma, papà e le mie sorelle Nadia e Sabrina salimmo con largo anticipo per essere il più vicino possibile alla zona d’arrivo: ci riuscimmo perché conosciamo ogni angolo di quella montagna, dove ho imparato a sciare. Pantani era già il nostro idolo, mio padre quando parlava di lui aveva sempre le lacrime agli occhi. Lo vedemmo arrivare in maglia rosa e quella sua vittoria mi regalò un’emozione unica. Impossibile dimenticare Pantani: è stato uno degli atleti capace di catalizzare l’interesse del mondo intero. Ed è morto in modo assurdo, da solo. Una fine ingiusta, ma vive nel cuore dei tifosi. Vive pure nel mio cuore: ecco perché questo argento è dedicato a lui». Parole che lasciarono il segno ed ebbero un seguito un paio di giorni dopo quando un giornalista di “Brescia Oggi” decise di regalare alla Fanchini proprio la maglia rosa indossata da Pantani dopo la tappa di Montecampione, corredata dalla bandana del Pirata e il pass del Giro con autografo. Ed Elena indossò quella maglia non riuscendo a trattenere le lacrime. Da ieri le lacrime degli sportivi italiani (e non solo) sono per lei.