ASCOLTI BOOM E POLEMICHE VA IN SCENA IL DUELLO TRA SALVINI E AMADEUS FURIA (E SCUSE) DI BLANCO
Debutto record per la prima serata. Il Festival fa subito discutere Mattarella e l’intervento di Egonu: le stoccate del leader leghista Ovazione per Al Bano-Morandi-Ranieri. Fagnani colpisce nel segno
La gara e lo show
Morandi, Ranieri e Al Bano per la prima volta insieme: standing ovation all’Ariston per un pezzo di storia della musica italiana. Grandi ritorni in gara tra i big, da Giorgia ai Modà. La commozione per la reunion degli Articolo 31. Si balla con i Black Eyed Peas. Fagnani e il monologo sulle carceri minorili
Tutta l’Italia parla del Festival. Il giorno dopo l’apertura su Sanremo si alternano luci e ombre. Partiamo dalle luci.
1Di sicuro in Rai gongolano per gli ascolti: 62,45% di share, con quasi 10,8 milioni spettatori e un’età media è di 53 anni, decisamente inferiore rispetto ai consueti parametri di Rai 1. Uno share simile non si vedeva dal 1995, con Pippo Baudo alla conduzione. Era un’altra televisione. Un altro mondo. Amadeus se la ride (soprattutto per lo svecchiamento dell’audience) e già pensa al suo quinto mandato, come ricordato da Benigni.
Ma le polemiche impazzano. 2 E ce n’è per tutti i gusti.
C’è il caso Blanco, impazzito durante l’esibizione di martedì e poi perdonato da Amadeus: «Non me la sento di punirlo, mi ha chiamato e si è scusato». Lo ha fatto anche con un post su Instagram: «Chiedo scusa alla città dei fiori», rivendicando allo stesso tempo: «Non sono perfetto, ma finalmente sono me stesso». Poi c’è il caso Mattarella. Il CdA Rai ha preso male il fatto di non aver saputo nulla dell’arrivo a Sanremo del Capo dello Stato. Amadeus ha reagito così: «Doessere contenti, non dispiacersi: è un’operazione che valorizza l’azienda». Poi c’è Anna Oxa, ultima in classifica dopo il voto della prima serata della sala stampa, che sulla sua pagina social fa girare questo messaggio: «La società Oxarte è solidale con coloro che hanno fatto fatica a comprendere il testo e/o il senso del brano “Sali”. Possiamo consigliare di farsi seguire da esperti». Molto bene. Infine il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che ha aperto la giornata così: «Che non ci sia Zelensky non mi dispiace. Portare la guerra in mezzo ai Cugini di Campagna mi sembra veramente fuori luogo. Sabato con i miei figli guarderemo un film. Mattarella? Ha il diritto di svagarsi, ma non penso che la Costituzione abbia bisogno di essere difesa dal palco di Sanremo. Riempire il Festival di contenuti extra non mi piace. Spero che Paola Egonu (che sarà la co-conduttrice questa sera, ndr) non vada a fare una tirata sull’Italia paese razzista». Bufera politica, che Amadeus ha chiuso così: «Sono quattro anni che Salvini si lamenta del Festival, basta non guardarlo. So che l’ultima sera vedrà un film con i suoi figli, mi auguro che almeno sia bello. Quello che ha detto su Paola Egonu? Salvini non vuole che uno non parli, ma si chiama libertà».
Ma di libertà si è parlato anche ieri sera.
Grazie al toccante intervento dell’attivista italiana di origini iraniane Pegah Moshir Pour che, accompagnata da una Drusilla Foer sempre capace di toccare le corde più profonde di chi l’ascolta, ha raccontato che cosa stia succedendo in Iran, partendo dalle «parole chiave della rivoluzione: donna, vita e libertà» e dalla canzone Baraye, in italiano “Per”, di Shervin Hajipour. Un lungo e doloroso elenco di diritti negati e repressi con la violenza dal regime, come ballare, baciarvrebbe si, esprimere la propria femminilità o la propria sessualità. «In Iran non avrei potuto essere vestita così - ha raccontato Pegah in un bellissimo e scollato abito bordeaux -, sarei stata arrestata o anche uccisa. Ma ho deciso che la paura non ci fa più paura». Pegah e Drusilla chiudono ripetendo a turno «per la libertà», «per la libertà». Efficace stretta al cuore.
C’è stato anche l’intervento di Francesca Fagnani sull’importanza del diritto allo studio e non solo.
La giornalista romana, seconda co-conduttrice, è apparsa decisamente più a suo agio della Ferragni. Del resto è una “belva” di conduttrice e neanche l’Ariston è parso spaventarla. Nel suo monologo ha raccontato le parole raccolte nel carcere minorile di Nisida: «Hanno occhi che chiedono aiuto, la scuola l’hanno abbandonata ma nessuno li ha mai cercati, né la preside, né i servizi sociali, i genitori non ce l’hanno fatta. Quando ho intervistato detenuti adulti e ho chiesto loro cosa avrebbero cambiato della propria vita, tutti mi hanno risposto: “Sarei andato a scuola”. Lo Stato dovrebbe garantire pari opportunità, almeno ai più giovani».
Abbiamo anche ascoltato gli altri quattordici big in gara.
A dare il via alla sfida è stato Will, uno dei sei arrivati da SAnremo giovani, mentre la chiusura è toccata allo spumeggiante Furore di Paola e Chiara con i loro ballerini. Che l’approccio al Festival sia cambiati lo s’intuisce quando sale sul palco Lazza, uno dei concorrenti più amati dai giovani. Un tempo figure come la sua erano viste con una certa diffidenza dall’impomatata platea dell’Ariston, ieri sera invece all’annuncio di Amadeus è partito un generoso applauso con tanto di «Vai Lazza!». Applausi
anche per il ritorno di Giorgia dopo 22 anni, Colapesce Dimartino e Madame. Quanto agli ospiti, i Black Eyed Peas hanno fatto ballare tutti, ma il vero entusiasmo lo hanno portato Gianni Morandi, Massimo Ranieri e Al Bano, trio inedito lontano dal ritrovato giovane pubblico di Rai1 ma che funziona. Un po’ perché hanno sfornato brani da cantare a squarciagola, un po’ perché son bravi a non prendersi troppo sul serio, come quando Morandi dice: «Al Bano, ma ci vuoi uccidere con questi acuti!». Lui, prossimo agli 80 anni, risponde facendo flessioni. Ecco, magari qui si è esagerato un filo...