La Gazzetta dello Sport

PIOLI-JURIC PA

AL RILANCIO «MI FIDO DEI MIEI FUORI DALLA CRISI CON L’IMPEGNO IBRA SARÀ CON NOI» «Le critiche le accettiamo, ora servono solidità e coraggio. Theo e Leao stanno bene: dovevano riposare dopo il Mondiale ma non c’è stato modo»

- Di Alessandra Gozzini

Il Milan è il drappo rosso del Toro: in stagione è già successo due volte. A Torino in campionato e a San Siro in Coppa Italia: se vede rosso(nero) la squadra di Juric è indomabile. Due gol in A e il colpo da eliminazio­ne diretta nella coppa nazionale: se Pioli vuole rialzarsi deve per prima cosa trovare le contromisu­re. L’arena di San Siro sarà come sempre dalla sua parte: con il conto degli spettatori di questa sera verrà tagliato il traguardo del milione di tifosi nelle partite casalinghe stagionali. Rispetto alle altre uscite il Milan cambia strategia, con un assetto tattico rivisitato per ridare stabilità alla difesa e rifornimen­ti all’attacco. E poi riecco un matador speciale, Ibra: l’ultima volta qui è stata il primo maggio scorso, dieci mesi fa. C’è una conquista che il Milan non può assolutame­nte lasciarsi sfuggire: la zona Champions, che porta gloria e soprattutt­o incassi. Pioli ha costruito il Milan da scudetto: nelle ultime settimane ha rischiato di

Interpreta­zione Oggi ripartirà dalle basi: «Servono spirito ed entusiasmo, siamo noi i responsabi­li di quello che ci accade. Sono positivo e sereno per l’impegno che vedo nei miei giocatori. Momenti così capitano nel calcio, bisogna continuare a credere nel lavoro che stiamo facendo, consapevol­i di poter fare molto di più. Siamo partiti per rivincere il campionato, ma così non sarà. E’ come se ricomincia­sse una nuova stagione e ora puntiamo ad arrivare tra le prime quattro. Conosco bene i miei giocatori e so che possiamo uscire dalla crisi. Le critiche ci stanno tutte ma so cosa devo fare e so di avere giocatori forti che vogliono reagire. Contro il Toro ci servirà anche coraggio». La squadra verrà poi montata su una nuova impalcatur­a: il 4-2-3-1 era già stato rinnegato nel derby: esponeva la squadra agli attacchi avversari e davanti la costruzion­e era diventata macchinosa e prevedibil­e. La difesa a tre secondo Pioli ha restituito solidità: ha concesso un solo gol a Lautaro (anche se i tentativi interisti erano stati molti di più). Lo schema di oggi girerà sul 3-4-3, con una mediana più robusta e gli esterni a sostegno di Giroud. «Non esistono moduli vincenti, conta l’interpreta­zione», spiega ancora Pioli, che però taglia il trequartis­ta, adatta Diaz a destra e rilancia Leao in fascia. Dietro di lui, Theo. Questi i giudizi dell’allenatore: «Leao è importante per me e per la squadra. È tornato dal Mondiale, ha dovuto giocare subito molto bene a Salerno per poi perdere un po’ di brillantez­za. Sta bene, è molto più felice quando gioca; lo vedo molto motivato e molto concentrat­o. Per Hernandez vale lo stesso discorso. Non volevo farlo giocare a Salerno e contro la Roma, ma ha dovuto farlo per forza. Ha avuto un calo fisiologic­o. Aver perso la finale può averlo condiziona­to, ma sta bene e ha voglia di incidere».

Rimpianti

Theo e Leao sono i protagonis­ti del grande Milan del 2022: si sono fatti improvvisa­mente piccoli nelle ultime settimane. Restano due dei pilastri su cui avviare la ricostruzi­one. «Il momento di squadra è difficile: voglio mandare in campo i giocatori più solidi». L’unica eccezione alla regola del mercato estivo finito in panchina può essere Thiaw. Solidità ce n’è: 1 metro e 94 per 90 chili, nel derby (da subentrato) ha retto bene. Se il tema è l’affidabili­tà, nessuno più di Ibra: «L’autonomia è quasi nulla perché ha fatto un mezzo allenament­o e la rifinitura. Il suo ruolo è di grande motivatore: sarà con noi e questo è già importante. Per la sua esclusione dalla lista Champions non ci sono rimpianti, miei e nemmeno suoi. La sua garanzia è troppo limitata». Ancora fuori Tomori e Bennacer che puntano il Tottenham, e Maignan, in campo a marzo. «Perché non è stato preso un altro portiere? La scelta è stata mia e dell’area tecnica. Abbiamo fiducia in Tatarusanu».

demolire parte del gran lavoro fatto.

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LAPRESSE Alla guida Stefano Pioli, 57 anni, e Ivan Juric, 47: oggi a confronto per la terza volta in stagione

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