I cinque cambi usati come soluzione Dea avvantaggiata
«Mi aspetto di vedere una partita non tattica. Lazio e Atalanta si affronteranno a viso aperto, cercando di prevalere senza basarsi su una esasperata fase difensiva. Per questo non dovrebbe mancare lo spettacolo. Sia Sarri sia Gasperini, durante la sfida, non intervengono con cambi che possano stravolgere la fisionomia delle loro squadre. Di solito utilizzano qualche accorgimento, magari se l’avversario applica il fuorigioco provano a modificare il modo di attaccare per uscire dalla trappola. Ma in generale le loro squadre hanno identità precise e non c’è bisogno di ritoccarle. Al massimo, e lo fanno entrambi, sfruttano tutte le cinque sostituzioni, che sono cinque ed è come mettere in campo una squadra nuova sempre, però, fedele ai soliti principi di gioco.
Le sterzate Gasperini, probabilmente, ha qualche vantaggio in più: la sua rosa è più ampia rispetto a quella di Sarri, anche se oltre agli squalificati Maehle e Muriel non avrà Pasalic, che si è fermato per una distorsione alla caviglia. Entrambi hanno chi può dare una sterzata alla partita: penso a Felipe Anderson, se non parte dall’inizio, o a Boga. Attaccanti che, entrando freschi quando gli altri hanno già diversi minuti di partita nelle gambe, sono in grado di strappare e fare la differenza. Però, alla base di tutto, deve sempre esserci l’idea di gioco. Non è un solo uomo, secondo il pensiero di Sarri e Gasperini, e anche secondo il mio, che può risolvere le cose. E la Lazio e l’Atalanta, non sempre perché altrimenti sarebbero squadre perfette, cercano in ogni occasione di muoversi come collettivi. Tutti partecipano alla fase offensiva e tutti alla fase difensiva, tutti sono sempre in posizione attiva e tutti sono legati da un filo invisibile che è il gioco. Il traguardo che si pongono sia Sarri sia Gasperini è arrivare all’interiorizzazione: i giocatori hanno la manovra talmente nelle loro teste che ormai la eseguono a memoria».