Più belli o più duri? Al potere la tecnica e il pressing feroce
«La fase offensiva di Sarri è basata sulla velocità, sugli incroci, sugli interscambi tra i giocatori e sulla tecnica. Vi ricordate il suo Napoli? Era davvero uno spettacolo. Se l’ala sinistra si accentra, il terzino va in sovrapposizione e la mezzala si propone per l’unodue. E’ un’orchestra che suona, più che una squadra di calcio. O meglio: tutte le squadre di calcio, per come la vedo io, dovrebbero essere orchestre che eseguono uno spartito preciso e non stonano mai. Per certi versi le sue squadre sono molto sudamericane nell’anima: la tecnica ha un’importanza fondamentale. Immobile è un centravanti importantissimo per il suo gioco, come determinanti sono gli esterni offensivi che hanno
il compito di dialogare con lui. Nella Lazio si vede l’idea di imporre la propria personalità, di fare la partita. Non sempre ci riesce, ma quello è l’obiettivo. Il fraseggio a centrocampo, se fatto con rapidità e con uomini che sanno smarcarsi senza palla, è spesso produttivo.
A tutto pressing Diversa, invece, la fase offensiva di Gasperini. La sua Atalanta aggredisce, pressa, ruba il pallone e riparte. Questo lo può fare perché ha ragazzi fisicamente forti, potenti, che hanno energie nelle gambe e sono disponibili a sacrificarsi. Sanno attaccare bene gli spazi, vanno spesso senza palla e creano superiorità numerica in fase offensiva. Le squadre di Gasperini, e mi riferisco soprattutto all’Atalanta di qualche anno fa, sono più europee, più toste, più dure. Non è un caso che con questa fase d’attacco i bergamaschi abbiano fatto bene anche in Europa, dove si gioca un calcio più veloce e più organizzato rispetto all’Italia. Seguo con interesse l’evoluzione di Hojlund, che mi sembra abbia ampi margini di miglioramento. Ha forza, coraggio, un buon tiro. E poi ci sono Boga e Lookman. Certo l’Atalanta è molto cambiata rispetto al passato, ma la nuova strada imboccata sembra sia giusta».